[OT] I nostri racconti

Discussioni generali sui giochi della Egosoft, tra cui X-BTF, XT, X², X³, X³TC, X³AP.

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GVNN di Herron
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Post by GVNN di Herron » Wed, 7. Apr 10, 19:23

NELLA PELLE DI UN TELADI

Tazura 4 – Diario di Geovannies Baloduzzis II

Accidenti ho male dappertutto. La coda la ssssento come se fossssse appena ssssata sssschiacciata da un rullo.
Sssssono molto preoccupato. Ssssono ormai passssati due giorni da che i pirati ci hanno gentilmente raccolti nello sssspazio e concesssso un sssssoggiorno nella loro sssspaziossssisssima e piacevole sssstiva.
Chissssa cosssa ci toccherà??? Domanda ssstupida, sssse non ricodo male i pirati passsano il tempo abbordando convogli, rapinando ssstazioni ssspaziali e ovviamente sssschiavizzando. Loro lo chiamano ssssservizio volontario di necessssità. Che sssstron.......a.
Asssspetta........ssstanno atttraccando.

Maledizione oggi e sssuccessa una cosssa che ha lassssciato una ferita nel cuore. Non penssavo di esssermi affezzionato a quella lucertola ssssenza scrupoli del fu Artunatisss. Sssssi avete capito bene fu e non è.
Quando sssiamo ssstati gentilmente invitati ad ussscire dal nostro accomodamento, ci sssiamo trovati di fronte a una decina di Argon. Mamma mia quanto ssssiamo piccoli noi Teladi. (ecco ora ssssono prorprio uno di loro) Il loro capo, un tipo cicciottello non molto alto che portava una grande collana d'oro attorno al collo, ci ha sssubito interrogati:
"Chi di voi due era alla torretta di coda?"
Quell'infingardo di Artunatisss ha sssubito risssposto:
"Lui! Lui era a ssspararvi addossso. Ssssi era lui."
Maledetto venditore di uova della famiglia. Ora sssono proprio fregato. Farò una brutta fine. Sssspero ssssolo di rissvegliarmi nella mia pelle e poi accendo il pc e rado al ssssuolo ogni sssetttore pirata e ci lassscio almeno 3 Boreassss di guardia.
"Sssssi ssssono ssstato io a ssssparare." negare mi sssembrava fuori luogo.
Asssscoltatomi il pirata essstrae la pissstola lassser e........... vvzzzuuuooom.
Artunatisss, o meglio cio che ne ressstava, cade all'indietro morto. Sssulle prime non è che me ne fregassse molto, in fondo Artunatiss non esssissste. Ma ora ripensssandoci sssopra, capisssco che tutti quei calci erano dati con un intento amorevole: Voleva essssere sssicuro che cio che mi ssspiegava, mi entrassse in tesssta davvero.
"Bene e ora veniamo a te. Sei bravo a usare la torretta. Ti offro un lavoro da parte del Clan Azzurro. Se accetti siamo ben lieti di avere una persona capace da inserire nella nostra organizzazione, altrimenti..........." il pirata aveva lassssiato in sssossspessso la frassse ma il concetto mi risssultava decisssamente chiaro.
Chè ho da perderci infondo. In TC il pirato non lo puoi fare. Non nel sssensso di ssscalare la gerarchia di un clan.
"Accetto molto volentieri" rissspossi. Cossssa altro poteva dire un ssservo del profitto teladi.
Fui portato nella sssezione alloggi della nave ove erano attraccati i caccia che ci avevano attaccato. Non ricordo bene che tipo di nave era in TC, quindi chiesssi al mio anfitrione:
"Che nave è quesssta?" chiesssi sssenza paura.
Il tipo, un argon ssssmilzo molto alto con una benda tatuata ssssull'occhio destro, mi risspose dopo avermi sssquadrato.
"Mi avevano avvertito che voi lucertole avete la lingua lunga oltre ad essere impertinenti, ma tu sei oltre ogni aspettativa. Hai appena avuto una vagonata di QLO per non esserti preso un colpo di laser in faccia, cosa fra l'atro che meritavi per aver abbattuto JokerFake, e inizia gia a ficcare il naso dappertutto con le tue domande. Taci e seguimi. Ringrazia che il capo è uno che usa il cervello e non l'istinto altrimenti saresti gia mangime per le mosche spaziali"
La risposta fu aggressssiva, ma non sssso perchè, non mi convinssse. Decisssi di rompergli ancora un po' e chiesssi sssubito dopo.
"E' un TM Caravell? O ssssiamo ssssu di una carrier. Come ti chiami e che grado hai all'interno della gerarchia pirata. Mi piace qui penssso che mi adatterò velocemente. Che armi montate ssssi caccia? Me ne farete guidare uno?? Che tipo è il capo??....."
Un urlaccio mi missse a tacere.
"Tu sei una lucertola morta ricordalo bene. Non chiedere, non parlare, non respirare e non muoverti se non ti viene ordinato da un superiore. Chiaro???" feci ssssegno di ssssi con la tesssta. "Bene ora vieni con me. Quando sarà il momento giusto verrai istruito."
Lo ssssfogo era chiaramente una forzatura. Il tipo era un sssubalterno qualssiasssi che essseguiva gli ordini ricevuti. Nulla di più.
"Ok capo. Mi sssstai ssssimpatico" gli mostrai tutti i miei.........che ne sssso denti???
Il tipo esssplosse in una ssserie di epiteti inripetibili e poi ripressse a camminare.
Mi condussse in una angusssta cabina che forsssse usssavano per ripossstiglio e mi rinchisssse dentro.
Ora ssssono qui che assspetto di esssere convocato per conossscere i miei compiti.


Prossssegue
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Post by GVNN di Herron » Fri, 9. Apr 10, 21:47

NELLA PELLE DI UN TELADI

Tazura 6 – Diario di Geovannies Baloduzzis II

Finalmente ssssono rientrato nella sssstanza comune dove risssiedono gli ssschiavi. Ora ssscrivo quessste poche righe e poi finalmente riposssserò.
Ora la mia ssssituazione è quesssta: sssono al rango più bassso del clan pirata azzurro. Ogni ssschiavo ha due sssscelte: morire o rissscattare la sssua condizione di sssschiavo e cercare di ssssalire la gerarchia del clan.
Quessssti sono i termini che ciccio dal collare d'oro mi ha ssspiegato ieri mattina ssssubito dopo l'ora della ssssveglia. Quessssto clan è davvero ssstrano. Ti dicono o muori o ti rissscatti e lavori a vita per noi. Sssssimpatici veramente.
Ovviamente ho accettato anche perchè quesssta sssstoria di avere una avvventura nel clan pirata mi sssta entussssiasssmando.
Il capo mi ha interrgato a lungo:
"Cosa sai fare lucertola???"
"Nulla badrone" il tipo non ha gradito e come ricompenssa ssssono finito a lucidare a sssstraccio tutto il pavimento della ssssala tattica della nave.
Ho finito a notte inoltrata e ssssta mattina non ho avuto sssconti. Accidenti alla mia lingua. Ritengo che ssssia una caratterissstica teladi quella di esssere inssssolente e mi ssssta prendendo la mano. Devo sssstare atttento altrimenti ci rimetto la coda. Comunque quesssti pirati ssssono davvvero sssstranisssimi. Innanzi tutto no ssssono rudi ma piuttossssto asssomigliano a un gruppo di ingenieri. Non urlano, non bevono, non giocano d'azzzardo e niente teladine ingiro. Maledizione, le taladine iniziano a essssere un pensssiero fissssso nella mia mente.
Ritornando a noi, oggi mi hanno accompagnato alla loro armeria e sssono sssstato affidato alle cure dello sssmilzo con la benda tatuata.
Ha cercato di insssegnarmi i rudimenti della manutenzione dei fucili lassser in dotazione al clan.
Quessssti fucili ssssi chiamano AMI-447-R4. Sssssi tratta di fucili a medio impulsssso di fattura Argon. Il fucile ssssi ssssmonta in quattro pezzi principali. 1 Collassssatore dell'impulssso; 2 Carica energetica ssstandard (che poi non sssso perchè la chiamano sssstandard visssto che lo sssmilzo mi ha detto che ssssono tutte modificate); 3 Processsatore dell'impulssso (che è ssssitutato nel calcio del fucile); 4 Sssssincronizzatore di fuoco (il corpo principale).
Lo sssmilzo mi ha insssegnato a ssssmontarlo a tessstarlo con il tessster balisssstico, a ricaricare la carica energetica (tramite sssspremuta di mosssca sssspaziale), a rimontarlo correttamente e a fare il tessst di fuoco regolare nell'apposssito evacuatore di sssicurezzza.
All'inizio mi ssssono trovato male, anche perchè cercavo di usssare le mani, ma poi quando ho iniziato ad usssare le mie abili zampe, ho iniziato a fare progresssi e dopo un ora ero molto più bravo dello ssssmilzo.
Ragazzi il tipo mi ha ssssorrisssso.
"Bel lavoro lucertola ora smonta e pulisci tutti i fucili disintegratori dell'armeria. Inutile dirti che se cerchi di fare il furbo noi lo sapremo immediatamente." e mi indicò quattro telecamere " Per questa sera devono essere testati e ricaricati. Quelli che non superno i test li riporrai su quel banco di lavoro. Domani ti insegnerò ad aggiustarli. Buon lavoro"
E con un altro grandisssimo ssssorrissso ssse ne è andato.
Nella armeria c'erano trecento fucili. Non ssserve dire altro.
Ora sssono sssstanchisssimo e vado a riposssare. Forssse ssscambio qualche parola con gli altri sssssschiavi. Magari ne trovo qualcuno ssssimpatico.


prosegue

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Post by Nemesis2 » Fri, 16. Apr 10, 21:16

Getsu Fune
Last edited by Nemesis2 on Wed, 21. Apr 10, 21:37, edited 1 time in total.
La resistenza è inutile

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Post by Nemesis2 » Fri, 16. Apr 10, 21:17

Prologo

Getsu Fune. Mi sembra così strano questo settore. Essere immersi in una tale pace, poche astronavi, poche stazioni,
solo lo spazio infinito e di fronte a me un pianeta bellissimo. Stare qui seduto a controllare la nave non è il massimo,
ma è tutto quello che devo fare.
Forse dovrei controllare in sala macchine Neiko, aveva detto di aver avuto dei problemi. Uff...sempre problemi su questa dannata nave...
<<Neiko, mi senti? Com'è sta il motore?>>

<<Mmh non so, c'è un problema nel sistema energetico, sembra che parte dell'energia venga deviata verso un altro sistema. Probabilmente un guasto causato dalla battaglia.>>

Già, la battaglia. Una piccola nave, forse pirata, ci ha attaccati. Sembra
incredibile che una navetta simile possa aver fatto un bel po di danni ad un TL.

<<Ok, fai del tuo meglio, dobbiamo portare questo bambinone a Paradiso di Menelaus. Abbiamo un'ordine di costruzione stazione da parte dei capi>>

<<Grandioso Cal...ti faccio sapere appena finisco, anche se credo di aver appena...Ehi ma che diavol...AIUTO! C'è QUALCOSA QUI SOTT.................>>.

<<NEIKO! RISPONDI NEIKO!DANNAZIONE!>>

<<CAL!!! SONO MITHIA! HO VISTO DELLE COSE QUI AL LIVELLO MANUTENZIONE! SEMBRANO MACCHINE! IO NON SO CHEAAAAAAAAAAAAAHHH..............>>

Dannazione! Ma che diavolo sta succedendo qui? Devo inviare un segnale di soccorso subito...fatto!
segnale automatico di soccorso inviato...e adesso cosa faccio? Dovrei provare ad arrrivare ad una navetta...
forse quelle macchine che ha detto Mithia non mi prenderanno...
Ok, con molta calma...adesso prendo un fucile ed esco dall'abitacolo. Devo solo arrivare all'ascensore. Devo solo arrivare all'ascensore...

Prosegue...
La resistenza è inutile

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Post by GVNN di Herron » Sat, 17. Apr 10, 18:50

NELLA PELLE DI UN TELADI

Tazura 11 – Diario di Geovannies Baloduzzis II

Maledizione a quanto è tardi. Rientro ssssempre per ultmo nel dormitorio degli sssschiavi. Inizio a pensssare di esssssere finito nella copia ssssbagliata di TC. Ma che diavolo, ssssti pirati non asssaltano mai niente.
Probabilmente il clan pirata è ssssbagliato.
Ritornando a me la ssssituazione ora mi è più chiara: come sssschiavo, devo risssscattarmi pagando la modica cifra di un milione di crediti; a quesssto aggiungiamo un altro mezzo milione per aver abbattuto un loro caccia quando ci hanno assssaltato; totale 1,5 milioni per il mio rissssscatto dal rango di sssschiavo.
Come faccio a pagare visssto che ssssono uno sssschiavo?????
Gran bella domanda! Per ora mi sssstanno facendo fare una riga di corssssi. Ma dove acccidenti ssssono finito. Io ssssognavo ssspace fuel, teladine, assssalti e qualche fumata di canapa, magari di quella di Tall.
Invece ho corssssi ssssu corssssi. Non voglio ritornare a ssscuola! Una volta basssstava ed avanzava.
Oggi ho sssseguito tre corsssi. Il primo, di tre ore, lo ha tenuto lo ssssmilzo e riguardava la processssazione dell'impulssso dei fucili dissssintegratori. Non avendo altro da fare, mi è toccato sssstudiare. Non me la cavo male e ssssono il primo del corssso, tanto che lo ssssmilzo mi ha gia detto che quando arriveremo alla loro bassse, proporrà come aiuto armiere. Che QLO, non osssso immaginare quanti fucili ci posssano essssere in una bassse pirata.
Poi ho sssseguito un corssso di quattro ore sulla gesssstione delle torrette. Quesssto corssso, per ora è generico e tratta ssssolo le classssificazioni delle torrette e i loro comandi principali. Il corssso sssulle torrette lo ha tenuto uno ssschiavo come me. Lupid, lo sssschiavo che tiene il corsssso, era un ex artigliere boron. Il ragazzzo è un grande, ma come tutti i boron tende a esssere moooolto osssssequiossso. Certe volte mi da ssssui nervi, ma qui è l'unico con cui ssssi riesssca ad avere una conversssazione decente al momento. Lupid è fortunato. A lui mancano ssssolo 50.000 crediti per risssscattarsi e poi sssssarà un boron liberto del clan azzurro. La ssssua casssa non la rivedrà mai ma sssarà libero (ssssai che libertà).
L'ultimo corssso è sssstato un corsssso ssssstandard (quessssto lo penssso io) di tutti i clan pirata. Il corssso ci insssegna a diventare Amminissstratori Delegati della cucina della nave. Quesssssto corssso è il più duro di tutti anche perchè ti tocca imparare tutte le lingue e tutti i gusssti culinari dell Xverso.
Mi ssssento frussstrato. Dopo innumerevoli ore a giocare a TC mi ero fatto una idea romantica dei pirati. Invece qui ssssono in mezzzo a docenti universssitari che cercano di insssegnarmi l'arte della guerra anche sssse con garbo ssssi intende.
Infine non ho la minima idea di quale ssssisssstema ssstiamo attraversssando. Qui a bordo tutti hanno le bocche cucite con gli sssschiavi. Io mi assspetttavo qualche amante ed intenditore dello ssspace fuel che fosssse ansssiossso di raccontarmi le sssue mirabili gesssta. Io ssssono una asssscoltatore paziente e avrei sssicuramente ssssaputo ciò che mi interesssava sssapere. Niet!
Ciao e mi raccomando ragazzi ssse vedete un caravel pirata, non abbattettelo.

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Post by Nemesis2 » Wed, 21. Apr 10, 21:41

Capitolo 1


Mmh non c'è niente di meglio che viaggiare nello spazio. Anche solo su un piccolo Mercury, rimane una cosa fantastica! Osservandolo poi dal vano di carico sembra tutto molto più bello.
<May! La cena è pronta!>
<Arrivo!>
La cosa bella dello spazio è che puoi vedere, conoscere e imparare un sacco di cose nuove.
Negli ultimi 2 mesi in cui ho vissuto qui sopra con mio zio e mio fratello ho fatto tantissime cose nuove. Lì, soli a commerciare ogni genere di materiale in giro per l'universo e a soli 16 anni.
<Muoviti, che a zio Jack non piace aspettare.>
Era incredibile come Sal spuntasse fuori all'improvviso nel vano di carico.
<Arrivo. Comunque dovresti smetterla>.
<Di far cosa?> rispose, facendo un sorrisino.
<Niente.Dai, andiamo>.

<Oh, finalmente. Stasera si mangia Argnu! Festeggiamo la conclusione del nostro viaggio>.
Un po mi dispiaceva. La fine del viaggio avrebbe portato alla separazione del gruppo, cosa che volevo evitare.
<Evvai!> risposi cercando di essere comunque felice. Almeno per lui che avrebbe incassato la sua paga < Complimenti! L'hai cucinato benissimo!>.
<Grazie>.
Già, era tutto tranquillo, almeno fino a quando sentimmo un bip-bip dalla cabina di pilotaggio. L'inizio del nostro peggior incubo.

<Mmmh abbiamo ricevuto un messaggio registrato...un momento che lo apro...>
<Frzzzzz...questo è un messaggio automatico di soccorso della nave UES Ashford, classe TL Mammoth. Posizione all'invio del messaggio: Getsu Fune. Coordinate: non disponibili. Richiesto aiuto immediato.....questo è un messaggio automatico di soccorso...>
<Che può essere successo?> chiese Sal all'improvviso.<Un TL che chiede aiuto...non è una cosa che capita tutti i giorni>.
<Già> fece zio Jack <Dovremmo andare a dare un'occhiata. Siamo nei paraggi, basta un jump, controlliamo se hanno bisogno per qualcosa in cui possiamo dare una mano e ce ne torniamo a casa>.
<Io ci sto! Sal?>
<Per me va bene>.
<Allora è deciso. Pronti per il jump ragazzi!>
Bè, per evitare di concludere il nostro viaggio, credo che chiunque avrebbe trovato qualcosa da fare.
Già. Io volevo che tutto questo non finisse, mio fratello molto probabilmente voleva la stessa cosa, mentre mio zio cercava un modo di arrotondare la sua paga.
Bum. Il Jump da sempre qualche scossone alla nave, ma è fantastico guardare fuori mentre si attraversa un tunnel.
<Arrivati! Ed eccola là la nave! La UES Ashford...una nave niente male davvero. Dista all'incirca 65 km...prendete le vostre tute modificate da riparazione. Quando saremo abbastanza vicini, li chiamerò>.
<Ok zio. Forza May, andiamo a prepararci!> disse Sal, pieno d'entusiasmo.
Nota personale per me stessa: sii più cauta in futuro.
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Post by Nemesis2 » Thu, 22. Apr 10, 22:45

Capitolo 2

Allora: eravamo a decine di settori di distanza da casa, in una zona considerata livello 3 di pericolo su una scala che arriva a 5, dato che confina con un settore Xenon.
Queste cose dovrebbero far ripensare le persone su ciò che stanno per fare, invece niente e continuammo la missione.
<Un Mammoth. Wow, è incredibile!>
<Tranquillo Sal, adesso ci facciamo un bel salto sopra, sperando che non ci siano troppi problemi> gli risposi cercando di nascondere l'ansia che avevo dentro di me.
<Davvero magnifico! Ed è solo una nave mercantile!Quando avrò l'età, mi arruolerò nella flotta, in modo da pilotare un bestione simile. O magari un Titan!>
Sè. Come no. A sedici anni vuole già essere il comandante di una simile nave...si dovrebbe accontentare di questa, anche se non è bellissima, è almeno accogliente.
<Bè, buona fortuna. Non è facile essere comandanti di una nave, specie di un incrociatore>
<Lo so benissimo, ma considerando che ho in questi 2 mesi ho messo le mani ovunque su questa nave e ne ho appreso tutti i segreti, non credo di metterci molto più tempo su altri navi> rispose in tono di sfida. Sembrava che cercasse di replicare a ciò che gli avevo detto, ma non ne ebbe il tempo.
<Pronti al lancio?> disse Jack all'interfono.
<Si, siamo pronti>
<Allora...decompressione e apertura del portellone!>
<Ehm zio? Forse è meglio se prendessimo un paio di pistole, nel caso la nave sia stata attaccata...>
<Si, ho già detto a Sal di prendere un paio di pistole al plasma, nel caso vi troviate in difficoltà. In quel caso, lanciatevi e io vi recupererò, capito?> disse, con la voce piena di entusiasmo. Sarebbe stata la prima vera missione per noi.
<Si, zio Jack> e mi lanciai fuori dal portellone. Subito sentii quel dolce dondolio che si avverte quando si esce dalla nave, la mancanza di peso che ti fa sembrare di volare.
Ok, razzi accesi, potenza al 30%, raggiungo il portellone di prua, entro insieme a Sal e diamo un'occhiata in giro. Non era la prima volta che volavo nello spazio, però questa volta era diverso. Non era una simulazione, in un territorio sicuro, o addirittura dentro una stazione. Ero nel vero spazio.Davanti al portellone c'era una console integrata nello scafo, la aprii e digitai il codice della nave soccorso e quello si aprì con una strana lentezza, permettondoci così l'accesso alla nave.
Era fatta! Insomma, almeno una delle cose che dovevamo fare.
<Brava sorellina, almeno ora siamo dentro la nave. Che ne dici delle tute?>
<Non sono male, sai Sal? Sei stato bravo a metterci dei rinforzi in teladianum e ad averle ristrette, in modo da non essere ingombranti>.
<Grazie> e fece un sorriso. Almeno credo, non era facile vedere attraverso il casco <mi sono basato su quelle dell'esercito Argon e lo zio Jack mi ha aiutato a realizzarla. Alla fine, non ho fatto molto>.
Con un cigolio la seconda porta, di uscita dalla decompressione, si aprì, e noi entrammo nella nave. Non era proprio come la immaginavo però. Era completamente devastato dove ci trovavamo noi.
<Ma che diavolo è successo qui?> chiese Sal.
<Non ne ho la più pallida idea. Forse un'esplosione.>
<Un'esplosione?> Sal era come impaurito da quello che vedeva, non riusciva a spiegarselo <Davvero? Secondo te questi enormi squarci nelle pareti li ha causati un'esplosione? Non vedo come possa essere possibile che...>
<Ehi laggiù, tutto bene?> irruppe Jack nella conversazione.
Per poco non mi causava un infarto.
<No, non va affatto bene. Qui dentro è tutto devastato, non c'è niente qui. Non abbiamo visto ancora nessuno dell'equipaggio>
<Ne sei sicura May?...mmh secondo le schede a bordo della Ashford ci dovrebbero essere 52 persone in tutto, tra tecnici e soldati UES. Andate sul ponte di comando...aspettate...c'è una nave in arrivo, una corvetta militare, la UES Milites. Mi sta chiamando...aspettate un momento...>
<Secondo te che cosa vogliono May?>
<Forse non vogliono che degli sconosciuti entrino su una delle loro navi, anche se è stato inviato un segnale di soccorso...>
<Ragazzi, mi hanno intimato di andarmene, mi stanno puntando le armi addosso...io...me ne devo andare. Mi hanno assicurato che verranno a prendervi. Io rimarrò vicino al gate ad aspettare. Mi dispiace. Davvero.>.
Ottimo, ora eravamo in una zona pericolosa, soli, con dei militari di una corporazione, quindi senza regole, inoltre eravamo su una nave devastata da non si sa cosa. Perfetto. Peggio di così non si può proprio..
GHNNRHNNNRHNRRN
<Che è stato?> chiese Sal, un po titubante.
< La nave. Forse c'è qualche problema in fondo, dalle parti della sala macchine. Meglio se andiamo verso il ponte di comando. Magari troviamo qualcuno che ci dia delle risposte>.
<Ok, andiamo>.
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Post by Nemesis2 » Wed, 28. Apr 10, 10:19

Capitolo 3

<UES Milites a UES Ashford. Rispondete>.
Eravamo sull'ascensore che portava al ponte di comando, quando ci giunse questa comunicazione.
<Qui equipaggio Mercury delta 21. Siamo in missione di soccorso. La nave ha subito parecchi danni sul ponte dove si trova l'attracco di prua. Ci troviamo nell'ascensore per la plancia.> risposi.
<Qui è il tenente Sekon, della nave di pattuglia UES Milites. Vi trovate all'interno di una nave di proprietà UES senza autorizzazione. Tra poco attraccheranno alla nave due squadre, una capitanata da me, che vi porterà sulla Milites.>
<Abbiamo trovato degli strani segni sulle fiancate della...>
<Ne siamo a conoscienza. Rimanete in plancia fino a che non arriveremo. In caso di problemi contattateci. Chiudo>.
Grandioso! Una missione di soccorso che diventa sempre più bella! Adesso avremo anche delle squadre d'attacco che girano per la nave. Ma che diavolo vogliono da noi? Abbiamo solo cercato di aiutarli...forse sono qui per quello che è successo alla nave, ma perchè una corvetta militare?
<Perfetto! Che si fa adesso?> chiese Sal.
<Per il momento andiamo sul ponte di comando, poi aspetteremo quei soldati. Hanno detto che ci scorteranno semplicemente fuori dalla nave>.
<E credi davvero che lo faranno?>
Quella domanda mi colse alla sprovvista. Ero sicura che avrebbero fattto quello che dicevano, ma Sal mi mise in testa un dubbio.
<Per il momento facciamo come ci hanno detto>.
Le porte dell'ascensore si aprirono con un ronzio e giungemmo al corridoio che portava al ponte. Saranno stati 25-30 metri. Quando arrivammo davanti al ponte però ci accorgemmo di un piccolo problema. Le paratie d'emergenza erano state chiuse, attivate dal computer, quindi bisognava interfacciarsi e aprirle.
<Sal, vedi se riesci ad aprire quella porta>.
Con un cenno d'assenso, Sal si mise a lavorare sulla porta con i suoi attrezzi e in una decina di minuti, le porte si aprirono con un cigolio.
<Ottimo lavoro.> gli dissi ed entrai nella sala, illuminata dai fari rossi d'emergenza e con diverse spie che lampeggiavano.
Allora...devo accedere ai monitor che indicano i guasti e lanciare una diagnostica del sistema tanto per cominciare.
<May, vieni a vedere qui>.
Sal era vicino ad un pannello con diversi schermi. Probabilmente era quello della sorveglianza.
<May, tutti i ponti dalla metà della nave fino ai motori sono...distrutti. Sono pieni di segni come quelli che abbiamo trovato all'attracco. E quello...> fece indicando un monitor e abbassando la voce.<quello è un membro dell'equipaggio...o quello che ne rimane...è stato fatto a pezzi...>.
In quel momento tutto sembrò più lontano, mi rimase impressa nella mente quell'immagine. Quell'uomo, un tecnico manutenzione, era stato fatto a pezzi e tutti quelli giacevano in una chiazza rossa.
<Sal, forse è meglio se chiudi le paratie della planci..>
GHRNRNNRRRHHNRH
<Cos'è stato?> chiese Sal pallidissimo.
Nella penombra del corridoio vidi qualcosa che si muoveva. Qualcosa di molto grosso che avanzava verso di noi.
<CHIUDILE! SUBITO!>
Sal scatto verso le porte e premette il comando di chiusura.
Mentre la porta si chiudeva lentamente vidi quella cosa inziare a muoversi più rapidamente. Si aggrappava alle pareti, al soffito e sembrava quasi...no, non era possibile. Era una macchina. La porta si chiuse, Sal estrasse la pistola e sparò ai comandi della porta.
<Questo dovrebbe tenerla fuori...>
BAM! Si sentì qualcosa di forte colpire la porta. Si sentivano degli stridii e degli strano rumori provenire dall'altra parte, ma all'improvviso cessarono.
<Ma che cos'era?> chiese Sal.
< Non lo so. Ho visto qualcosa simile ad una macchina. Era molto grossa e mi sembra avesse delle cose simili a degli artigli con cui si aggrappava alle pareti. Era alta quanto il corridoio, credo almeno 3 metri, ma non so quanto fosse larga.>.
<Mmh teniamo le pistole pronte, nel caso ci attacchi di nuovo. Credi sia stata quella cosa a fare tutto questo?>
<Non ci sono altre spiegazioni...ma...guarda il monitor in alto a destra! Quello è il corridoio della sala in cui siamo passati! Ci sono due di quelle cose, ma più piccole! Sembrano quasi umani nella penombra>. Questo era un problema molto grande. Ce n'erano degli altri.
Per un po non parlammo, come se volessimo ripensare a tutto questo, poi una trasmissione ci fece tornare alla realtà.
<Bzzz...qui è il bzzzkrap Sekon stiamo arrivando...bzzz...bene lì?>
<Tenente! Non dovete venire! Qui è tutto distrutto! Mandate una navetta per raccoglierci, che noi possiamo lanciarci nello spazio! Dovete distruggere questa nave!>
Nessuna risposta.
<Tenente! Riesce a sentirmi?>
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Post by Nemesis2 » Thu, 29. Apr 10, 22:18

Capitolo 4

<Se attraccano qui è la fine! Se quelle cose prendono anche la loro nave, è la fine!>
<Grazie tante Sal, non l'avevo capito. Il problema è che le comunicazioni sono dsturbate...vengono disturbate...>.
Ci guardammo per un istante negli occhi, chiedendoci se fosse vero ciò che stavamo pensando: quelle cose, quelle macchine erano molto più evolute di qualsiasi computer avessimo mai visto.
"Attracco riuscito"
La voce del computer della nave ci impaurì ancora di più. Erano già a bordo.
<May, connettendoci alle telecamere possiamo vederli mentre sbarcano sulla nave>.
<Questa sì che è un'idea. Teniamoli d'occhio e contattiamoli con l'interfono>.
Sal premette alcuni pulsanti e dopo pochi secondi apparvero le immagini sul monitor più grande, al centro della console.
Erano in sedici, tutti soldati armati pesantemente, con i loghi della UES sopra le tute e con un simbolo che non avevo mai visto. Probabilmente erano di qualche reparto speciale della compagnia.
<WOW!> fece Sal e io feci un cenno d'assenso con la testa.
L'audio era disturbato, ma si capiva bene lo stesso quello che dicevano.
<...Delta Team, dirigiti verso la plancia e recupera i ragazzi. L'Alpha Team sarà capitanato da me. Beta Team, con noi. Gamma, rimanete qui e controllate l'entrata alla nave. Sarete aiutati dalla squadra di sicurezza interna della Milites, che si troverà all'interno della nave. Tutti voi conoscete gli ordini. Buona fortuna. Ci vediamo qui tra un'ora> disse il tenente Sekon.
<SISSIGNORE!> e si dispersero, entrando in diversi portelloni.
Bè, avere una squadra che ci vuole recuperare forse è un bene, però dovrei stare attenta e non fidarmi troppo.
<Tieni le telecamere fisse su di loro>.
<Non è così facile May>.
<Tu provaci>.
<Ok...> disse con un tono sommesso <sono nell'ascensore, tra poco dovrebbero arrivare al nostro piano, sperando che non incontrino il simpaticone di prima>.
<Già>.
I quattro soldati del Delta Team apparivano preparati ad affrontare situazioni davvero drammatiche, ma la nostra situazione era molto più che drammatica.
Le porte dell'ascensore si aprirono e la squadra uscì rapida e cauta nello stesso momento, gurdandosi intorno da ogni parte. Tutto tranquillo.
Si avvicinarono lentamente al portello della plancia e uno di loro premette il pulsante di comunicazione interfono.
<Siete lì ragazzi? Tutto ok?> sentimmo la voce del soldato provenire da una console poco distante da noi. Ci avvicinammo e premetti il pulsante di risposta.
<Si, stiamo bene. Vi apriamo la porta, aspettate un momento>.
<Ok>.
Feci cenno a Sal di aprire la porta, mentre io mi mettevo dietro ad una delle poltrone degli ufficiali (che erano anti-laser) in modo da essere riparata nel caso i soldati iniziassero a sparare contro di noi e presi la mira verso il portellone.
Sal lo aprì e si gettò dietro ad un computer, estraendo la pistola e prendendo la mira.
I soldati entrarono con le armi abbassate, ma io non mi fidai.
<FERMI! Vi avverto, siamo armati! Non vogliamo attaccarvi, ma lo faremo se voi non vorrete aiutarci!>.
I soldati, tutti con dei caschi rinforzati, sotto i quali non era possibile scorgere un volto, scoppiarono a ridere.
<MA COSA RIDETE?!? SIETE SOTTO TIRO!> urlò Sal
Allora il capo, che riconobbi dal simbolo che aveva sulla manica della tuta, si avvicinò e ci disse:
<La mia squadra è qui per portare voi fuori da questa nave. Non vogliamo assolutamente farvi del male. E comunque> e si girò verso Sal < le nostre tute sono anti-laser. Con quelle pistole al massimo potete farci il solletico>.
Mio fratello è un tipo irascibile e quella era un po un'offesa per lui, dato che aveva modificato quelle pistole per aumentarne l'efficacia. Poi, sentire dei soldati che lo scherniscono non aiuta il suo ego.
Incredibilmente però, emise solo un grugnito.
<Allora> esordì il capo < mi chiamo Henrich, ma potete chiamarmi En. Sono il comandante del Delta Team STARS UES. La mia missione è portarvi via di qui. Tutto chiaro?> chiese in tono sbrigativo, ma comunque rassicurante e gentile.
<Si, abbiamo capito> risposi.
<Signore!> proruppe il soldato di fianco ad En, che aveva una fascia rossa sulla spalla.< Rilevo una fonte di energia anomala che si sta avvicinando...ma... non ha senso!>
<Che intendi dire Mark?> chiese il compagni a fianco.
<Il mio rilevatore...dice che la fonte d'energia si trova a pochi metri da noi, ma io non.... DIETRO DI VOI!>
Ci girammo tutti e tre di scatto: io, En e il soldato che ci era di fianco. Fuori dalla nave, appoggiato ai vetri che davano nello spazio, c'era una di quelle cose. Era grande come l'altra, ma era diversa. Aveva più bracci metallici e artigli, ma una cosa mi fece rabbrividire. Era ricoperta di rosso. Era ricoperta di sangue.
La resistenza è inutile

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Post by Capux » Sun, 20. Jun 10, 16:09

SILENT WHISPERERS
Cpyright (c) CPS Corporation, Freedom's Reach, X-Universe


PROLOGO

Jess percorrevaa grandi passi la sua cabina. Tutto era tranquillo. Una missione come le altre. Co-pilota che controlla la nave, un pò di merce di poco valore nella stiva, transito attraverso un settore Boron... la tranquillità fatta volo spaziale.
"Poteva essere più interessante la mia vita di pilota..." pensò, guardando tristemente il suo vecchio Lifter, forse l'unico rimasto nella galassia.

All'improvviso, qualcosa destò la sua attenzione. Una strana nave si stava avvicinando. Strana per via della forma... non sembrava una di quelle che erano solite appartenere alle forze di polizia e che venivano inviate alle navi commerciali per fare scansioni in cerca di merci illegali. Incuriosito, uscì dalla piccola e angusta cabina per giungere fino al posto di guida dove Jack, il suo co-pilota, stava controllando la rotta.
<Senti Jack, tu che ne sai più di me, che mi puoi dire della nave lì a destra?> esordì indicando l'oblò di tribordo.
<Mmmm.... mai vista. Magari una nave sperimentale delle forze di polizia, oppure un vecchio modello.>
<Uhm, dai un pò un'occhiata all'ID di quell'affare... di solito dà qualche informazione> chiese Jess, ricordando qualche lezione sull'identificazione delle navi a partirte dal loro ID che aveva visto all'Accademia per le Forze Speciali che aveva visitato da ragazzo.
<Mmm... dove si trova?>
<Andiamo, Jack, ci stà seguendo da 5 minuti buoni... lì a destra!> rispose svogliato indicando nuovamente l'oblò di prima.
<Mah, sul Gravidar non compare...>
<La nave o l'ID?>
<Entrambi.>
<Cerca di metterti in contatto con loro. Gradirei sapere che ci fanno vicino alla mia nave.>
Jack iniziò le procedure. Jess riguardò l'oblò. La nave si era avvicinata, ed ora era a poche decine di metri dalla loro.
<Ma cosa...>
La frase restò in sospeso: nello stesso istante, infatti, la nave li urtò violentemente, e svanì insieme a loro in un lampo di luce.


CAPITOLO 1: LETTERE

"Cinque secondi"
"Quattro"
"Tre"
"Due"
"Uno"
"Aggancio!"
In pochi istanti la scialuppa d'abbordaggio li aveva portati sullo scafo della Carrack pirata. Ora toccava a loro.
Un uomo biondo in pochi secondi aprì un varco nello scafo tramite un saldatore. Gli uomini caricarono le armi.
<Delta, entrare!> urlò il Colonnello Victor Hoffman.
Quattro uomini entrarono in pochi secondi e aprirono il fuoco sui pirati all'interno.
<Alfa, entrare!>
Il biondo e altri tre uomini si gettarono dentro rincarando la dose della Squadra Delta.
In pochi secondi il primo ponte fu libero, con una frotta di pirati in rotta.
Le squadre si riversarono rapidamente nel secondo e nel terzo ponte. I vari pirati paranid a guardia degli stessi caddero massacrati in pochi secondi, sotto l'immenso volume di fuoco sviluppato dalle due squadre, che sparavano al riparo negli anfratti forniti dalla forma della nave.
Il quarto ponte fece la stessa fine, e il quinto anche. Entrambe le squadre sembravano aprire le difese pirata come se nulla fosse, nonostante il loro numero e forza.
La cabina di comando fu rapidamente conquistata, liberata grazie ad alcune granate leggere.
<Nave presa, nemici abbattuti!> esclamò il Tenente Kim, a comando degli Alfa.
Seguì a ruota un identico grido del Sergente Fenix, a capo dei Delta.
Hoffman, soddisfatto, salì in cabina di comando passando attraverso il massacro compiuto dai suoi soldati e spense il reattore della nave, bloccandola.
<Ben fatto, uomini!> esclamò sorridendo cinicamente.
Quindi si voltò, e ritornò sulla scialuppa insieme ai suoi uomini.
La scialuppa ritornò sulla Blucher, dove gli uomini scesero per torvarsi davanti Erich Raeder, il Dirigente Esecutivo della CPS.
Costui non disse nulla, ma si limitò a consegnare una lettera nelle mani del vecchio Colonnello, che lo guardò con aria dubbiosa.

Sfrecciò veloce a fianco dei nemici, abbattendone diversi al passaggio. Dietro, su una nave identica, il suo migliore amico.
Entrambi stavano combattendo contro gli Yaki, in risposta alla chiamata dello Xaar.
Erano ormai alle battute conclusive della loro missione. Capux, sulla Euclione, li precedeva, nella loro letale formazione triangolare.
I loro M3 non sembravano risentire affatto dei colpi dei nemici. Si sganciavano e riagganciavo in formazione con un intesa che avevano maturato in 23 anni di battaglie insieme. Ormai era solo formalità, si trattava semplicemente di abbattere gli M5 Yaki rimasti nel settore. Una missione che durò poco più di un'ora, dopo la quale rientrarono allo Admiral Scheer, che sostituiva la Graf-Spee, rientrata a Forza di Libertà in quanto la guerra era ormai quasi terminata.
Qui scesero dalle navi. Capux non disse molto: si congratulò con loro per la battaglia, consegnò loro una busta, e risalì sulla Euclione, ripartendo via e allontanandosi dal settore, lasciando dubbiosi Gunther Prien e Otto Kretschmer.

Continua con il Capitolo 2
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[TC] Pattuglia di Tenebra

Post by Capux » Thu, 1. Jul 10, 14:35

Salve ragazzi!
Oggi ho ricominciato ancora TC e per tirar su un pò di soldi mi sono messo a fare missioni di killing (tanto il commercio non lo considero nemmeno morto :D)... beh che avventura per una volta!

PATTUGLIA DI TENEBRA

...based on a true story...

Sto svolazzando a Grandi Scambi in cerca del contatto della trama Difensore terrestre con Patricia Heywood quando ecco che il cantiere Teladi mi propone una pattuglia di 2 settori, fino a Dominio di Zyarth. Livello medio, ricompensa 539.726 Crediti, più le navi abbattute.
Nulla di speciale. Accetto visto che ho solo 2 milioncini accumulati fino ad ora, e inizio a pattugliare.

A Grandi Scambi nulla di che, 3 ondate con L, M ed N, e qualche sporadico LX. Ne esco tranquillamente a parte qualche graffio allo scafo... purtroppo non ho visto la Centrale Solare XL durante il combattimento -.-'' (come si fa a non vederla...).
Raccolgo i missili droppati in ragione di circa 100.000 Crediti (tanti segugi, mi è andata di fortuna) e riparto verso Domini di Zyarth.

Piccola cosa che mi era sfuggita: devo pattugliare il Settore Xenon 598 dagli Xenon :o .
Decido di rimboccarmi le maniche...

Entro nel settore. La fortuna decisamente non è dalla mia parte: mi trovo di fronte 2 Xenon Q e un J, l'ultimo più lontano.
Ok, dietro-front e inizio a svolazzare per schivare i potenti colpi dei LBI e dei CIF frontali delle due fregate.
Grazie al cielo sono più veloce di loro (199 m/s miei contro i 113 m/s della più veloce), peccato però che il mio Scimitar (ho reiniziato come Comandante USC) abbia solo 2 Scudi da 25MJ e 6 CEMP.
Dopo 10 minuti buoni di sù e giù per uscire dal fuoco frontale e letale di quelle dannate fregate, la fortuna sembra aiutarmi: la cara Patricia Heywood e il suo Argon Elite entrano nel settore, e distraggono una delle due Q. Il J, intanto, esce dai miei schermi. Riepilogando mi trovo davanti diversi caccia e attaccato al batsu una fregata (... ovviamente la più veloce delle due, sarà un caso?? ). Elimino come prima cosa i caccia. I CEMP non hanno problemi con gli M e gli N, mentre gli L e gli LX danno qualche problema per via delle torrette posteriori e dei CAI.
Mi ritrovo con lo scudo a metà, una fregata a 10 Km in avvicinamento e lo spazio di fronte a me (meno male!) libero dai nemici.
Bene, decido di portare la Q a fare un giro per attaccarla senza interferenze.
Arrivo a circa 130 Km dal portale più vicino, quindi giro la nave e mi lancio a tutta velocità verso il muso della Q, che appena può apre il fuoco.
Evito bene e tranquillamente tutti i LBI e CIF, ma i CPAE sui lati mi buttano giù metà scudo. Però mi sono portato a 20 metri dalla fiancata della fregata, dove le sue torrette non possono colpirmi. Ora inizia la parte veramente difficile: non perdere la posizione mentre la nave si gira e cerca di mirarmi. I problemi sono tanti, dall'evitare il fuoco delle torrette (con 2 scudi da 25 MJ in pochi colpi sono fritto) al'evitare lo scafo della nave stessa mentre ruota all'evitare i missili che mi lancia (i Rapier sono inutili, ma quando mi colpiscono mi spostano e rischio di finire sulla murata della Q).
Tento di mantenere le distanze, ma per evitare un Rapier colpisco la nave e vengo sbalzato via con tre quarti dello scudo KO.
Per fortuna mi ricordo di avere nella stiva alcuni Droni da Combattimento MKII, sottratti ad un Vulture Tanker che mi si era arreso dopo un pò di colpi durante la ricerca dei contrabbandieri di Canapa per la Trama Difensore Terrestre.
Mi trovo sopra la Q, colpito dalle Mitragliatrici a Dardi Energetici della torretta superiore. Senza riflettere mi butto a destra per scansare colpi che sarebbero stati fatali vista la critica situazione. Ancora la fortuna: finisco in una zona cieca alle armi della Q. Colgo l'irripetibile occasione e lancio i droni, e gli ordino di atttaccare la fregata. Durante l'operazione lo scudo è arrivato a zero e lo scafo a preso qualche botta. Nulla di grave (circa 95%, ad occhio), la velocità di punta è ancora 199 m/s e le armi ci sono tutte.
Ora però ho alleggerito la pressione, e passo all'attacco. Lo scudo è sotto la metà, ma i Droni (3 in tutto) distraggono bene la Q, che mi ignora parzialmente. Mi levo dallo spazio aperto e mi riavvicino alle murate della capital, vicino ad una torretta impegnata contro i droni. Scarico tutta l'energia dei miei CEMP e porto lo scudo nemico al 75%.
Sarà lunga... ma non mi demoralizzo. Ricarico i laser mentre mantengo la distanza dalla nave e la posizione strategica, e la riscarico tutta. Lo scudo nemico ora è al 60%, purtroppo anch'esso si ricarica. I missili non sono un problema: dopo alcuni sui droni (1 andato a segno, facendomi perdere un drone), la fregata Xenon non ne ha più sparato.
Continuo per altri 5 minuti... lo scudo nemico arriva al 10%, ma ora anche l'ultimo Drone mi lascia ed esplode colpito dal CPAE laterale destro.
La fregata mi sorprende virando bruscamente e per evitare la letale collisione mi sparo fuori dal mio rifugio a manetta, finendo dritto nella linea di tiro frontale, che subito si colora di giallo-arancione e di bianco-azzurro. Ancora gli LBI e i CIF, mannaggia!
Evito i colpi per miracolo, ma finisco sul fuoco laterale, e il mio scudo piomba al 5-10%. Mi porto sopra la nave nemica manovrando con i propulsori laterali e trovo un nuovo punto cieco, e scarico di nuovo tutta la mia energia laser, riportando lo scudo della Q di nuovo intorno al 10%.
Sono in una sorta di stallo, e riesco ad abbassare lo scudo nemico solo di poco. Come se non bastasse, sul gravidar vedo apparire un N.
in breve tempo l'M5 si porta a tiro e inizia a bersagliarmi. I suoi CAP sembrano innocui, ma nella mia situazione si rivelano terribili.
Mi scanso ed esco per la terza volta dal mio rifugio, e con un colpo ben mirato abbatto lo scudo dell'M5, che finisce polverizzato dal fuoco incrociato della torretta laterale della fregata, salvandomi.
Mentre volteggio per evitare i colpi e riportarmi sotto copertura, scarico alla cieca ancora una volta tutta la mia energia. Lo scudo nemico è fatalmente inchiodato al 10%! Dannazione, non riesco a tirar giù questa maledetta!
Ancora una volta mi porto al coperto e sparando non appena l'energia me lo permette, porto finalmente a 0 lo scudo nemico, iniziando a far rallentare la Q. Ok, finalmente inizio a domare il bestione metallico. La sua velocità scende fino sotto i 100 m/s, e continuando a bersagliarla porto lo scafo nemico al 15%. Ormai le torrette laterali non sparano più, la fregata rallenta fino quasi a fermarsi, e dopo altri 5 minuti di fuoco esplode, lascindomi solo nello spazio Xenon, solo insieme ad alcuni container: 2 LBI, 3 CPAE e 1 CIF. Raccolgo le armi, noto con piacere che per la pattuglia conta ben 135.827 Crediti e giro i tacchi, anche perchè all'orizzonte compaiono un'altra Q, tre P, un PX, e un miriade di L, LX, M ed N. Non ho jumpdrive, la velocità di punta ora è 180 m/s (eh si, qualche altro colpo l'ho preso!) e il percorso fino al portale è costellato di nemici. Abbatto senza problemi gli N e gli M, un LX mi porta lo scudo a zero ma lo abbatto prima di prendere ulteriori colpi. Proprio vicino al portale di Grandi Scambi, abbatto una P (43.985 Crediti) e mi arriva il segnale di OK: ho finito la pattuglia e devo andare a Dominio di Zyarth.
La flotta Xenon è alle mie spalle, davanti ho spazio libero, eccetto qualche sporadico caccia. Inverto la rotta ancora e in poco meno di 5 minuti e di 3 caccia abbattuti mi ritrovo a Dominio di Zyarth.

Appena arrivato nel settore, trovo altre 3 ondate di caccia. Malgrado la nave un pò malandata, risolvo senza particolari problemi, raccattando pure un Segugio da un M.

Arriva il messaggio: "...hai abbattuto 27 navi Xenon, per un totale di 1.472.826 Crediti". Vendo i missili e le armi raccattati...
Ed eccomi in una sola volta arrivare a 7 milioni di crediti! Yuppi!

...il racconto è finito, andate in pace :lol:

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Post by Milite Ignoto » Fri, 2. Jul 10, 19:19

Solo per voi,nonostante l'esami ormai prossimo....

LA VITA DI ENEA

PROLOGO

Terra A.D. 2916
Una valle imprecisata sull'arco alpino

Il vento soffiava impietoso nella pineta,portando il freddo della neve sulla murata di una grande casa lignea,al centro di una piccola radura.
Nella casa,dentro l'unica stanza illuminata,una donna riposava stancamente in un grande letto bianco,osservando con un sorriso un bambino avvolto in una coperta,addormentato.

D'un tratto,la porta scura si aprì,minacciando di spegnere la tremula candela appoggiata sul comodino.
Un uomo,alto e imponente protese severamente le braccia verso la donna.
Quella annuì,mesta,e gli consegnò il fagottino.
L'uomo uscì,chiuse la porta,e camminò deciso nell'oscurità dei corridoi gelidi,bloccando con un cenno della mano i roboservitori illegali che si attivavano al suo passaggio.
Dopo aver percorso il corridoio,l'uomo aprì la porta e sfidò il freddo e il vento della radura.Il bambino si svegliò,ma non pianse,e osservò invece con i curiosi occhi castani l'uomo.
Giunto al centro della radura,l'uomo prese un respiro profondo,poi alzò le braccia e protese il bambino cerso il cielo stellato.
Il bambino provò ad toccare con le tozza braccine i punti luminosi,e solo allora cominciò a piangere.
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Post by Milite Ignoto » Fri, 2. Jul 10, 19:43

CAPITOLO I


Terra A.D. 2933

Enea si guardò attorno,preoccupato.La notte prima non aveva quasi dormito,pensando a ciò che doveva fare.Cercò per i corridoi della scuola,ma LEI non si vedeva.Esasperato,Enea scrutò con odio l'orologio appeso sul corridoio,quasi come se volesse fermarne le lancette.
"Ore 8. Gli studenti si dirigano in classe,per favore.Ore 8..."
L'impersonale voce femminile cominciò i richiami impietosamente.Enea guardò per un'ultima volta la tromba delle scale,poi scuotendo la testa entrò in classe.


Dopo due ore di lezione,Enea guardò con sollievo il professore di fisica alzarsi dalla sedia e dirigersi verso il bar dell'istituto.
Enea si stiracchiò,e uscì lentamente dalla classe.LEI era sempre in giro...attorniata da non meno di tre compagne.
all'improvviso,svoltato l'angolo,la vide.
La contemplò per un momento,godendosi i suoi capelli neri raccolti in una semplice coda,poi proseguì.

Il momento adatto non giunse prima dell'ultima ora.
Mentre la campanella suonava per l'ultima volta,Enea la trovò,finalmente sola,nel corridoio.
Facendosi coraggio,le si piazzò davanti.
"Ciao Franci...posso parlarti un secondo?"
La ragazza lo guardò,un pò preoccupata."Sì,dimmi pure"
Enea sospirò." E' vero che vi trasferite?"
"Sì...hanno spostato lo stormo di papà nella Nube di Oort.Andremo..andremo tutti a stare là,tra due settimane."
Enea sospirò di nuovo questa volta più a fondo.Non poteva essere vero.
"Vuoi dire che tuo padre non riesce a tornare qui?Con un Rapier ci mette pochissimo,l'ho provato anch'io.."
La ragazza scosse la testa.
"Non può fare così...passerebbe troppo tempo in viaggio,e non gli va di vederci solo ogni sei mesi."
Enea si accigliò,deciso a provare il tutto per tutto. "Ma tutto quello che ti lasci qui...cioè,che vi lasciate qui, ti importa così poco? Non pensi ai tuoi amici?"
Non pensi a me? Supplicò silenziosamente Enea.
La ragazza aveva capito. "Dispiace anche a me,davvero...avrei preferito finire la scuola qui.Però papà non può fare altrimenti."
Egoista,pensò perfidamente Enea.
"Senti,avremo modo di vederci.In un modo o nell'altro.."
Enea guardò il suo sorriso triste,incerto se crederle o no.
Scosse la testa."No che non c'è l'avremo"
La ragazza lo guardò,ma non rispose.
Enea continuò. "Allora,questo è un addio."
La ragazza annuì.
"Allora...abbi cura di te,Franci.il sistema solare è piccolo,chissà..."
Enea la baciò sulle guance,si girò e se ne andò..prima che lei si accorgesse del groppo in gola che gli aveva provocato.
"Ciao...."

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Post by Milite Ignoto » Sat, 3. Jul 10, 21:35

CAPITOLO II

Terra
Torus
A.D. 2935

Enea era seduto in una piccola sala d'attesa,insieme ad altri giovani della sua età.I suoi compagni ridevano e scherzavano,un pò nervosi.Apparentemente,il suo cipiglio, duro e freddo,non prometteva emozioni.In realtà,dentro,si sentiva come avesse un buco.Era giunto il momento per la sua prima escursione nello spazio a bordo di un caccia monoposto ed era certo che avrebbe sbagliato qualcosa.L'unica cosa che lo teneva lì era la paura del passato,che era una voragine scura dentro di lui.Si era già arruolato con un anno di ritardo nell'USC,fingendo di voler considerare la possibilità di entrare nell'ATF..in realtà,per capire se voleva davvero lasciare la Terra.Era stato un anno passato nella nostalgia e nel rimpianto,così....
Mentre rifletteva,il tenente istruttore chiamò il suo squadrone.Enea si alzò con gli altri e li seguì alle rastrelliere,dove ognuno di loro indossò la tenuta di volo.Quindi,il gruppo si diresse all'hangar 10.
"Faremo un giro molto semplice oggi" Disse nel frattempo il tenente "ci limiteremo a pattugliare l'area intorno al Torus,fino all'accelleratore lunare,poi rientreremo nell'hangar 24...se per caso ci fossero problemi,e si bloccassero le comunicazioni,l'hangar orbita sulla penisola indiana.Ma andrà tutto bene" aggiunse rassicurante.
L'hangar dieci si spalancò davanti a loro.Dodici Sabre e un Cutlass rilucevano davanti a loro.
Il tenente li fece fermare e cominciò ad assegnarli ai caccia.
"Farnigsworth..Oro 1.Kleist...Oro 2..Spinelli..Oro 3. Enea...Enea?"
Enea si mise davanti all'uomo."eccomi signore!"
L'altro lo squadrò."Tu saresti Enea...cosa?"
Enea fece il saluto."Cadetto Enea,signore.Solo Enea."
Tra l'irritato e il divertito,il tenente scosse la testa."Solo Enea?Sei orfano per caso?"
Enea rimase fermo,la faccia imperscrutabile.
Il tenente alzò le spalle."Bè allora..Oro 5."
Enea si issò sopra l'M4 e si lasciò scivolare nell'abitacolo,allacciandosi le cinture e chiudendo il tettuccio.
Poco dopo,Iniziò la sequenza di lancio.La voce dell'istruttore,calma e decisa, risuono nell'abitacolo."Va bene ragazzi,pensate di essere nel simulatore e non preoccupatevi.Ognuno di voi l'ha fatto centinaia di volte e non è diverso."
Enea strinse forte la barra di comando.Appena il controllo missione diede l'ok,attivò i repulsori e osservo con tensione crescente l'apertura dei portelloni stagni.
"Molto bene...Oro uno,due e tre,partite!"
I primi tre sabre uscirono dall'hangar.
"Oro quattro,cinque e sei,via!"
Enea attivò i motori...e di colpo si trovò nello spazio.Per la seconda volta nella sua vita,contemplò le miriadi di stelle,parzialmente offuscate dalle luci del Torus.
Dopo lo spaesamento,raggiunse rapidamente i suoi compagni,disposti nella tradizionale formazione a V.
Dopo qualche minuto,udi la voce roca di Oro 1 nel sul canale comune."Dite un pò,ragazzi,il tenente si starà facendo un pisolino?Oro 12 è partito ore fa!"
Enea ridacchiò,nsieme al resto della squadra."E' colpa mia,ragazzi" Disse."Sarà andato a controllare la mia scheda d'identità!"
All'improvviso, la comunicazione si interruppe.
"Squadra Oro.Qui è il controllo missione.Il vostro istruttore ha trovato una microfrattura nell'abitacolo,la stiamo saldando adesso,dovrete aspettare per qualche minuto.
Enea si rilassò sullo scomodo sedile,in attesa.Un bagliore lontano però lo incuriosì.
"Squadra,cos'è quell'affare?"
"Qui Oro 1.Non so ragazzi,sta diventando più grande.Rilevo un enorme picco di energia.."
Enea ebbe a malapena il tempo di controllare i suoi sensori quando un'altra voce si inserì sul canale comune.
"Squadra Oro,qui è l'ammiraglio Jizo. vicino a voi si sta generando una potente singolarità.Stiamo già mandando navi per esaminarla,perciò non avvicinatevi e atterrate,l'esercitazione è sospesa."
La singolarità si fece sempre più grande,stabilizzandosi in un cerchio azzurro striato di bianco.
Enea stava seguendo di malavoglia i compagni,desiderando osservare più da vicino il fenomeno,quando si accorse che dalla singolarità era uscito un piccolo oggetto.
"Squadra,qui Oro 5.Dalla singolarità è sbucato qualcosa..."
Kleist,che conosceva la sua spericolatezza lo interruppe:"Lascia perdere Enea!Questa è roba per veterani!Ti ficcherai in un mare di guai!"
Ma Enea aveva controllato con i sensori a corto raggio."Negativo,è una tuta spaziale.Molto danneggiata,ma potrebbe esserci qualcuno vivo dentro.Io vado a vedere!"
Last edited by Milite Ignoto on Sun, 4. Jul 10, 12:26, edited 1 time in total.

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Post by Capux » Sun, 4. Jul 10, 11:17

CAPITOLO 2: MEETING

Il sole di Forza di Libertà brillava lontano nel profondo azzurro dello spazio.
La galassia in lontananza compiva una lentissima rotazione, mostrando ora il suo braccio più ricco di stelle e pianeti lontani e vergini.
La TP Toucan sul quale erano imbarcate le squadre Alfa e Delta avanzava lentamente attraverso le luci che segnavano la corsia di atterraggio al QG CPS. All'interno i membri erano ancora in tenuta militare, finito l'abbordaggio del Carrack Pirata. Fenix, il Sergente a capo dei Delta, aveva ancora una grossa macchia di sangue sul torace, mentre il biondo aveva il volto in parte annerito e con il segno di una maschera per saldare a causa del lavoro svolto con il saldatore.
Hoffman, intanto, sbraitava come al solito su come migliorare lo stile di combattimento, martellando i poveri timpani degli interlocutori.
Fuori dagli oblò passarono rapidi due caccia con lo stemma del Potifex Maximus Paranidia, ma che avevano le linee della ben conosciuta Euclione sulla quale combatteva il Presidente Capux.
Gli M3 attraccarono in fretta al QG con esperte manovre, nonostante la TP avesse iniziato le manovre diversi minuti prima di loro.
Anche la Toucan finalmente si fermò dentro l'hangar del QG, e la gente a bordo scese.
eNessuno faceva domande od osava proferire parola: davanti a loro e ai piloti dei due caccia che si erano uniti al gruppo era infatti apparso Erich Raeder. Con il suo fare misterioso invitò il gruppo a seguirlo, che gli obbedì senza discussione alcuna.
Entrarono nella più grande sala riunioni del QG. Si sedettero tutti ed Erich Raeder percorse a passi lunghi e lenti la sala fino ad arrivare ad un palchetto ove erano sedute tutte le più alte cariche della CPS.
Raeder si sedette e prese la parola.
<Benvenuti. Non ho intenzione di perdere parte del mio prezioso tempo in convenevoli, perciò verrò subito al dunque.
Orbene, vogliate prestare la massima attenzione se tenete al lavoro e alla vita. Queste informazioni sono essenziali per quanto concerne la missione per la quale siete stati chiamati, e non nego nè nascondo che sarà pericolosa.
In questa foto vedete una nave, la Holmgard, di un commerciante argoniano, Jess Herron, ID ATS21-40. Forse avrete sentito già questo nome: si tratta del figlio del Presidente della Federazione Argon Frann Herron. Con lui viaggiava un amico d'infanzia che gli faceva da co-pilota, Jack Wreight. Bene, loro e il loro Argon Lifter MKI sono spariti nel nulla nel centro del settore Cuore del Regno. Il Presidente Herron ha chiesto aiuto e noi abbiamo prontamente risposto. Dobbiamo trovare i ragazzi. Per ora non ci sono altre notizie. Vi dirigerete presto nel sett...>
.
<Signor Raeder> esordì uno dei due piloti <cosa intende per spariti? Insomma, il Lifter è lento ed obsoleto come trasporto, e nel mezzo di un settore di elevatissima sicurezza come Cuore del Regno dubito che possa svanire senza lasciare tracce, quindi vole...>
<Spero che non abbia lasciato l'educazione a Sentiero Selvaggio a far compagnia ai Paranid ed agli Yaki, signor Prien. Ad ogni modo, Il problema per cui VOI siete stati convocati e non normali piloti è quello. Nessuno sembra aver visto nulla. Le registrazioni radar sono pulite. La nave compie un pezzo di strada passando dal Portale Sud fino alle coordinate X 5,13 Y 4,76 Z 5,04 e poi sparisce nel nulla. Avrete accesso a questi dati, e potrete studiarli.>
Prien, ammutolito dalla cinicità di Raeder, rimase in silenzio.
<Avete altre domande?> disse Raeder.
Fu Victor Hoffman a prendere parola. <In cosa consiste a tutti gli effetti la missione, signore?>
<Trovate i giovani, ad ogni costo. Signor Lutjens, passiamo ai dettagli tecnici. A voi la parola.>
E si sedette. Contemporaneamente il Contrammiraglio Gunther Lutjens si alzò e iniziò a parlare dei dettagli della missione:
<Bene signori. per questa missione sono stati chiamati i migliori esperti di ogni campo, in modo che possiate essere pronti per ogni evenienza.
Signori, salutate i due migliori piloti del momento: Gunther Prien, capitano del ben noto U47, e l'altrettanto noto Otto Kretschmer, pilota dell'U99. Tutti e due hanno all'attivo ottime campagne contro Kha'ak, Xenon e Yaki, perciò potete stare tranquilli e dormire tra due guanciali: i nemici conosciuti non saranno un problema. Saranno a bordo della nave che vi ospiterà insieme ai loro due caccia. Il terzo caccia, un M5 Teladi, un Kestrel, servirà ad eventuali ricognizioni. Inutile dire che anche questa nave ha al posto del motore normale un LHIT di nuova concezione, che gli ha quasi triplicato la velocità. Per questa missione il pilota del ricognitore sarà Joachim Schepke, attuale pilota dell'U100, che si è particolarmente distinto in abilità al comando della sua nave.
Ora diamo il benvenuto anche alle vostre squadre di difesa interna, che sono i membri più importanti della CEAS (CPS Elitè Assault Squad).
Si tratta di 8 uomini, 4 per squadra. Squadra Alfa: Tenente Minh Joung Kim, Damon Baird, Augustus Cole, Anthony Carmine.
Squadra Delta: Sergente Marcus Fenix, Dominic Santiago, Tai Kaliso, Benjamin Carmine. Al loro comando ci sarà il Colonnello Victor Hoffman e al supporto radio Anya Radjecka. Tutti loro si sono distinti in battaglia per la loro abilità.
Poi, la vostra nave: si tratta di una M7 di classe Tiger prodotta dagli Split, e che è stata modificata dalla CPS per consentire a 5 caccia di alloggiarvi. All'interno avrete i 2 caccia da battaglia di Prien e Kretschmer e il ricognitore per Schepke, più la nave del vostro Comandante in Capo per questa missione, la Euclione. Resta un posto libero per ogni evenienza. Avrete già sentito parlare di questa nave: è la Admiral Graf-Spee, ottimizzata personalmente dal nostro Presidente.
Come armamento disporrete di armi anti-capital e di armi anti-caccia.
Nella stiva potrete trovare dei Fucili EMP Terrestri, Missili leggeri come Aurora, Windstalker e simili e pesanti come gli Hammerhead e Hornet.
Avrete anche un folto gruppo di scienziati, medici e altro personale di supporto. All'interno della nave sono state attrezzate dei laboratori e delle infermerie molto fornite, per qualsiasi uso.
La vostra missione inizierà da Cuore del Regno: lì cercherete indizi.
A capo della nave avrete già capito chi vi sarà, qualcuno che conoscete bene: Capux in persona.
> detto questo si sedette e Raeder invitò tutti ad uscire e ad imbarcarsi immediatamente sulla Graf-Spee. Prien e Kretschmer decollarono e fecero attraccare i loro caccia, i COG (CEAS Organizeted Group) presero invece le loro attrezzature e si diressero verso le cabine della nave che sarebbe stata la loro casa per alcuni mesi.
Anche Schepke raggiunse la nave, seguito da tecnici di bordo e scienziati.
Capux attendeva tutti loro sul ponte di comando.

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Milite Ignoto
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Post by Milite Ignoto » Mon, 5. Jul 10, 19:30

CAPITOLO III


Il sabre arrivò vicino alla tuta.Enea non perse tempo e aprì la stiva,raccogliendo la malridotta tuta.Enea quindi impostò la rotta per il Torus e si recò nella stiva.
La tuta conteneva effettivamente un essere vivo.
Enea aiutò lo sconosciuto a rimettersi in piedi e a togliersi il pesante scafandro.
Questi,un giovane umano dai capelli castani e gli occhi verdi,tossì qualche volta poi parlò."Grazie,amico..me la sono vista brutta laggiù."
Enea lo osservò,curioso e gli domandò:"Ma..da dove vieni?Chi sei?"
Lo sconosciuto rispose:"Sono Julian Brennan,e vengo da Cimitero degli Eretici..stiamo combattendo,laggiù...e stiamo perdendo.Questa è la Terra,giusto?"
Enea annuì."Sì.Ma..cos'è Cimitero degli Eretici?"
Lo sconosciuto lo guardò storto,poiscosse la testa."Mi sono dimenticato dove sono.Hai presente l'universo collegato da portali?Quello dove è scomparso Gunne?Dove sono scomparsi Kyle Brennan e Elena Kho?Quello."
Enea spalancò gli occhi,meravigliato.
"Vuoi dire...Vuoi dire..che il capitano Brennan è finito ad Alpha Centauri?E anche Elena Kho?E.. il portale è collegato alla rete dei mondi?Pazzesco!Aspetta che lo sappia la Terra!"
Lo sconosciuto annuì."Ci sarebbero molte cose di cui parlare,ma ho un problema.C'è una grande battaglia dall'altra parte del portale.Dovete aiutarci!Disponete di una flotta militare?"
Enea ghignò."Ne abbiamo due.State combattendo i Terraformer,vero?"
"Cosa?Vuoi dire gli Xenon?No,stiamo combattendo una razza aliena,,,i Khaak."
Enea annuì,anche se non aveva capito."Stiamo arrivando al Torus,la nostra stazione spaziale.Strano che non ci abbiano già chiamato..."
"Credo sia colpa del portale.Vi ho inviato richieste di soccorso,ma nessuno ha risposto,anche se la distanza era ok."
"Comunque" disse Enea "Stiamo attraccando al Torus.Preparati a sbarcare."

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Post by -Dna- » Wed, 7. Jul 10, 19:37

Archivi Storici della Dna Corporation
Lunedì 1° Settembre 2938

Ora mi metto a fare storie a episodi isolate e confuse, così capite tutto quando (prima o poi9 avrò finito :lol:

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Buona lettura
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:xenon: Xenon Love! \#/ :xenon:
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All'Inferno e Ritorno

Post by nansuchao » Wed, 7. Jul 10, 20:54

Vi presento in anteprima la premessa di un racconto che spero vi piacerà leggere così come a me piace scriverlo... Buona lettura Nansuchao

EDIT: Il titolo, provvisoriamente è: All'inferno e ritorno...

PREMESSA


Mi chiamo Xander Gillan, e sono, o meglio stavo quasi per diventare un imprenditore di successo in questo dannato universo. Immaginate, per uno partito veramente dalla strada, ritrovarsi per la prima volta ad affrontare le insidie dello spazio a bordo di uno scassatissimo Buster mezzo scassato e male equipaggiato. Lanciato direttamente da Argon Prime nell'ignoto, dopo aver lavorato per qualche tempo nello spazioporto commerciale di settore come addetto alle pulizie, l'opportunità era ghiotta, e quando quel truffatore di un argon (ma forse era un pirata) mi ha detto di volersi liberare della sua "splendida nave da guerra" per passare ad una corvetta, per un ventisettenne come me, con poche prospettive davanti se non quelle di pulire bagni, corridoi ed uffici dello spazioporto commerciale, fu come se improvvisamente la fortuna avesse deciso di guardare dalla mia parte. Da vero idiota, non mi sono neanche preoccupato di controllare il reale stato della nave. In poco più di un'ora,mi sono trovato a bordo di questa trappola tenuta insieme praticamente con lo scotch, con un sorriso da idiota,
sentendomi già il padrone della Galassia.

Per mesi e mesi ho sgobbato più e peggio di prima, facendo praticamente il facchino, per portare merci da due soldi da un punto all'altro dell'universo per pochi crediti, e con rischi altissimi. Sembrava quasi che ogni pirata esistente aspettasse il mio passaggio per attaccarmi, ma alla fine anche quel periodo è finito, ed ho avuto la possibilità di avere navi più grandi, ed ho scoperto la mia vera vocazione, che è la mia delizia e la mia croce: il combattimento. Ho scoperto di essere davvero portato per gli scontri, tantochè ben presto mi sono fatto una discreta reputazione in ambito militare, che mi ha permesso di far parte di missioni importanti anche per il da poco ritrovato Governo Terrestre. Ho lavorato per l'ATF, e sono riuscito, uno dei pochi Argon, a vedere con i miei occhi l'azzurro del pianeta madre dell'umanità. Non nascondo che le mie emozioni in quel momento erano abbastanza contrastanti. Da una parte, la stanchezza tremenda per la missione pericolosissima appena conclusa, dall'altra le lacrime per vedere finalmente con i miei occhi, quella che da sempre l'umanità chiama "Patria".

Vicissitudine dopo vicissitudine, e combattimento dopo combattimento, sono riuscito a creare un mio piccolissimo impero commerciale, che mi permetteva, agendo oculatamente, di avere a mia disposizione abbastanza crediti da potermi permettere navi più grandi e più potenti, e affrontare le gravose spese di equipaggiamenti ed armamenti micidiali che dette navi potevano permettersi di montare. Sono passato lentamente dallo scassatissimo Buster al più potente Scabbard, poi il temuto Vidar, il lungamente atteso Springblossom, e finalmente, al termine di una sfida davvero lunga e travagliata, ho preso il comando del temibile Argon Cerberus.
Ho scoperto poi che questa fregata non era poi tanto temibile, ma passare da essere da solo su un bastu,ad un colosso simile con decine di persone ai miei ordini, mi ha dato una soddisfazione ed un'emozione che difficilmente riuscirò mai a cancellare del tutto. Le mie traversie mi hanno portato ad avere il possesso dell'antichissimo Hub Xenon, in grado di collegare lontanissimi punti dell'universo, e che ha aiutato molto
il commercio delle mie fabbriche, visto che le risorse usate per riparare l'Hub mi hanno praticamente dissanguato per mesi, periodo in cui sono sopravvissuto facendo sistematicamente la posta ad ogni pirata che mi capitava a tiro, e ogni Kha'aK che mi ballonzolava nelle vicinanze. Ho partecipato in prima persona alle battaglie anti Kha'aK, organizzate dagli Argon del settore MK148, ed ho toccato con mano (o meglio la mia nave ha provato sullo scafo) la potenza delle navi Kha'aK. Giorni davvero tremendi, in cui non sapevo se sarei mai giunto alla sera vivo insieme al mio equipaggio. Terminata anche quella odissea, ho incontrato gli antenati degli Xenon, degli strani Terraformer che mi hanno immischiato in una faccenda piuttosto bizzarra,
ma che mi ha dato la possibilità di ricevere, come ricompensa, un mio settore.

Non stavo nella pelle quando sono andato dal notaio allo spazioporto commerciale di Domini di Zyarth, con tutti i miei soldi in tasca (compresi tutti quelli delle mie fabbriche, che da allora sono ferme per mancanza di liquidi), per effettuare l'atto d'acquisto del vicino settore Spirale Evasiva, un enorme settore ricco di risorse, una vera seconda casa di cui cominciavo a sentire il bisogno, da quando Terra Argon ha cominciato a starmi stretto. Esplorato per la prima volta il settore, scansionato ogni asteroide, e piazzato lì il mio Quartier Generale, l'euforia ha cominciato lentamente a scemare, e mi sono reso conto che avevo effettuato una specie di suicidio commerciale. Avevo prosciugato ogni mia risorsa, al punto che praticamente dovevo ricominciare da capo anche solo per permettere al QG di funzionare. Non mi passava neanche per l'anticamera del cervello di mettermi su un bastu a girare per l'universo e vivere di briciole, e così mi venne un'altra delle mie idee geniali ed impulsive.
Avevo scoperto da non molto, che in un settore vicino Aldrin, zone che conoscevo benissimo, era presente un planetoide fatto nientemeno che di Nividio. La difficoltà era nel fatto che detto settore era presenziato da una fortissima e particolarmente feroce presenza di Kha'aK, ma ero convinto che con la giusta tattica avrei potuto avere la meglio sulla razza insettoide, ed impadronirmi del mitico minerale. Il rischio era tanto, ma la ricompensa, agli occhi di un avventato come me, era di gran lunga superiore. Mi misi al lavoro, calcolai progettai e controllai per giorni, ed alla fine, dopo qualche settimana, ritenevo di essere pronto per la “Grande Impresa”. Entrai nel settore al comando del formidabile Paranid Deimos, nave che ritenevo di gran lunga la più potente della sua classe, una delle poche in grado di montare sulle torrette e sul fuoco principale i temutissimi Generatori di Onde di Fase, armi che evidentemente erano state appositamente pensate per imprese come quella che mi accingevo a compiere. Nella pancia della fregata, erano pronte alla guerra 4 Eclipse, guidate da quattro tra i migliori piloti che fossi riuscito a trovare, ma l'arma segreta che avevo in serbo, per essere sicuro di riuscire, era un terribile Minotaur pieno zeppo di missili Flail e Hammer.
La strategia che avevo ideato, era molto semplice: entrare dal portale principale insieme al Cerberus, e cominciare a scatenare l'inferno, per attirare il fuoco principale ed allontanare le navi principali dal portale, per poi far entrare il Minotaur e scatenare le sue batterie di missili per terminare tutto ciò che poteva essere ancora pericoloso.
Entrati nel settore insieme al Centaur, ci si è parata davanti una situazione peggiore di quella che avevo previsto, ma siamo andati avanti col piano. Le nostre torrette hanno cominciato a riversare fiumi di laser sugli M4 ed M5 nemici, mentre le navi più grandi erano ancora lontane, se non chè, quando sono cominciati ad entrare in gioco gli M6 Kha'aK, per effettuare una manovra evasiva il Cerberus si è trovato nel raggio d'azione dei Generatori di Onde di Fase, che stavano effettuando pulizia di caccia insettoidi. In pochi secondi i suoi scudi si sono dissolti, e si è trovato preda delle scariche laser dei Kha'aK. Nulla potevo fare per aiutare il mio Cerberus in difficoltà, visto che un mio eventuale intervento, avrebbe sicuramente prodotto altri danni, e mi è toccato assistere, impotente, alla distruzione della fregata con cui avevo vissuto tante avventure, una nave ed un equipaggio che avevano condiviso con me sfide al limite dell'impossibile, gioie incontenibili e tanti momenti estatici di esplorazione.

Al momento però non potevo lasciarmi andare a sentimentalismi, altrimenti sarebbe andato tutto all'aria. Ho ordinato subito al Minotaur di entrare nel settore, nonostante ancora il grosso delle forze nemiche si trovasse troppo vicino al portale, e, nell'eseguire l'ordine, dapprima nell'entrare ha urtato e distrutto una M6 Kha'aK, perdendo molti dei suoi scudi, e poi si è trovata subito circondata di caccia, che a fatica cercava di tenere a bada con i missili Flail. Nel frattempo il mio Deimos tentava di esibirsi in una tremenda carneficina di caccia piccoli e medi, ma le forze nemiche sembravano non finire mai, ed inoltre dopo poco sono giunte nuovi grandi navi Kha'aK, che sono riuscite con un attacco congiunto a distruggere il Minotaur, per poi rivolgere tutta la loro formidabile potenza distruttiva verso la mia nave. Per la prima volta i Generatori di Onde di Fase si sono rivelati troppo lenti nell'abbassare gli scudi dei nemici, e la breve distanza mi ha impedito di scatenare la potenza dei missili Hammerhead che avevo in serbo per le emergenze. Vedendo che i miei scudi cominciavano a cedere, e temendo il peggio, ho ordinato alle Eclipse di uscire dagli hangar ed attirare il fuoco nemico, nella speranza che, con buone manovre evasive, ed un po' di fortuna, saremmo riusciti ad attraversare il portale e salvare la pelle.
Ma la dea bendata a cui mi stavo appellando in quel momento ci girò le spalle. Nel momento che le Eclipse lasciavano gli hangar, e le torrette si fermavano momentaneamente per permettere ai caccia di uscire dal mortale raggio dei Generatori di Onde di Fase, scorsi sul radar una nuova ondata di navi nemiche in arrivo.

Sentì lo sconforto impadronirsi di me, e in preda alla disperazione, ordinai subito al timoniere di iniziare le manovre evasive per uscire dal settore. Ennesima sfortuna, l'impeto della battaglia ci aveva portato totalmente fuori rotta.
Avevamo un angolo di intersezione col portale strettissimo, e due sole opzioni per farcela. Lanciarci a tutta velocità verso la nostra salvezza confidando nella bravura del pilota e nei razzi laterali del Deimos, o effettuare una manovra più sicura ma che ci avrebbe tenuto alla mercé del fuoco avverso per un tempo maggiore. Il tempo per scegliere era poco, e ordinai subito al pilota di scegliere la strada più rischiosa, non volevo restare un minuto più del necessario in quell'inferno. Il pover'uomo ebbe un attimo di esitazione, abbastanza da convincermi a toglierlo dalla cabina di guida e a prendere il suo posto. Alla massima accellerazione, puntai dritto verso il portale, con una traiettoria che sicuramente ci avrebbe portato a sfracellarci contro le pareti dello stesso, ma sapevo cosa stavo facendo. Nella nostra corsa, riuscimmo ad allentare per un attimo la stretta delle M6, e i nostri scudi sembravano poter reggere il fuoco dei pochi caccia che ci seguivano, comunque sempre attaccati dalle torrette laterali. A circa tre chilometri dal portale, cominciai ad usare i razzi laterali per allargare l'angolo di intersezione col portale, al punto che inclinando la nave di circa 90 gradi sul suo asse, saremmo potuti passare dallo stesso indenne, ed evitare contemporaneamente il fuoco delle navi che erano nei pressi della nostra unica via d'uscita. Per un attimo pensavo quasi che ce l'avrei fatta, nonostante gli scudi fossero praticamente a zero, quando mi accorsi, purtroppo troppo tardi, che una M6 si era piazzata proprio nel punto in cui sarei passato di li a pochissimo per entrare nel portale. Inutile fu il tentativo di evitare la collisione, lo schianto fu fortissimo, nonostante fossi riuscito a deviare in parte l'ostacolo, ed a prenderlo non proprio in pieno. Lo scafo subì danni gravissimi, la nave quasi bloccata a poche centinaia di metri dalla salvezza.
A quel punto sapevo che non ce l'avremmo mai fatta, e che presto avremmo raggiunto tutti i nostri compagni periti sul Cerberus, sul Minotaur e sulle Eclipse, che si erano fatte friggere pur di lasciarci libera una possibile via di fuga. In preda al panico, ordinai immediatamente ai miei uomini di abbandonare la nave, e diedi l'esempio io stesso, facendomi espellere dalla cabina di pilotaggio, e ritrovandomi solo nello spazio aperto.
Di lì in poi ricordo solo pochi flash, poche immagini ovattate, poche sensazioni lontane si sono impresse nella mia memoria, tanto era sconvolta la mia mente dall'accaduto. Ricordo di essermi trovato nella mia tuta spaziale, praticamente nudo, a guardare le navi Kha'aK che freddamente riducevano in cenere quel poco che rimaneva del glorioso Deimos, poi un terribile lampo di luce mentre la nave su cui avevo riposto i miei sogni e quelli del mio equipaggio spariva in una vibrazione terribile, che echeggiò per interminabili istanti nella mia tuta. Ricordo di aver guardato per l'ultima volta un caccia nemico che passava lì dove, fino a poco prima si trovava la mia nave, poi avvertì una vertigine, e non vidi più nulla.
Una mosca spaziale sbatte le ali a Cuore del regno, ed uno Zephirus muore a Collina di Aladna...

nansuchao
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Post by nansuchao » Thu, 8. Jul 10, 21:42

CAPITOLO 1 – Il risveglio

Aprii gli occhi, e per qualche istante, le retine trasmisero al mio cervello l'immagine di freddissime stelle che mi guardavano dall'eterna ed immobile immensità dello spazio, e sembrava volessero irridermi, per la condizione in cui mi trovavo.
Devo essere rimasto incosciente per un bel po', perchè quando controllai quasi puramente per abitudine lo stato della tuta, vidi che avevo solo il 20% di ossigeno ancora.

Un pensiero disinteressato mi attraversò lentamente il cervello, senza che me ne preoccupassi più di tanto “sto per morire”. La prospettiva della morte mi si era parata dinanzi varie volte nel corso della mia vita, sopratutto da quando avevo deciso di lasciare la terraferma e vivere tra le stelle, e mi aveva sempre dato la carica per superare la crisi del momento. Questa volta, invece ero rassegnato all'idea di soccombere.

Devo aver perso di nuovo conoscenza, perchè quando riaprì di nuovo gli occhi, ero all'interno di una stiva, insieme ad altre quattro anonime tute spaziali, con l'ossigeno della tuta ripristinato al massimo. Mi svegliai di nuovo, se dopo minuti, ore o giorni non saprei dirlo, al tocco rude di un mitra che mi premeva sul fianco, imbracciato da un tizio che mi urlava di muovermi alla svelta ed uscire dalla stiva della nave. Mi bastò una sola occhiata alla tenuta di quest'ultimo per rendermi conto che era uno Yaky. Come un cadavere, attraversai il portellone della stiva, entrai in un corridoio dove mi si dava il benvenuto a Tempesta di Veli e, sempre seguito dalla guardia armata, entrai in una stanza più grande, dove altri Yaky mi tolsero la tuta spaziale, e mi allinearono insieme ad altre persone che intuì essere miei compagni di sventura.

Ci tennero lì in piedi, affiancati uno all'altro sotto la mira delle guardie armate, per circa venti minuti, poi entrò nella stanza un Teladi riccamente abbigliato, seguito da uno Yaky che appariva chiaramente come un pezzo grosso dell'organizzazione. Il Teladi ci sfilò davanti guardandoci tutti, valutò il nostro fisico, e le tute spaziali che avevamo indossato fino a poco prima. Scelse alcuni di noi, con un semplice gesto della mano al vicino Yaky, e se ne andò così come era venuto, nel silenzio generale.
Quelli che erano stati scelti, vennero portati via dalle guardie, e notai che si trattava dei tipi più aitanti e dall'aspetto più pronto. In condizioni normali anche io avrei fatto la mia bella figura, ma ridotto com'ero, perso in quella fase in cui la disperazione porta la passività totale, sicuramente non avrei fatto un bell'effetto a nessuno.

Quelli di noi che non erano stati scelti dal Teladi, furono immediatamente caricati su un TP di bassissimo livello, ed in silenzio chiusi nella stiva. Non saprei dire chi fossero i miei compagni di sventura, poiché nei tre giorni che seguirono, in cui fummo tenuti chiusi nella stiva di quel TP a destinazione ignota, nessuno provò mai ad aprire bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa. Mi resi conto che i miei compagni erano dei derelitti come, se non peggio di me, gente che non aveva più alcuna speranza, alcun obiettivo o sogno nella vita, e la subiva passivamente, senza il minimo rancore. Sono convinto che avrei potuto prendere a pugni uno di loro, e questi non avrebbe in nessuna maniera tentato di reagire, né qualcuno degli altri fermarmi. Non mi sentivo di biasimarli, poiché io mi sentivo nella identica situazione.

Dopo tre giorni di silenzio e digiuno, il TP attraccò finalmente alla stazione cui eravamo destinati, che, come scoprimmo subito, altro non era che un Centro di Riabilitazione, situato in Rifugio di Mi Ton. Scesi stancamente, tanta era la fame aggiunta alla disperazione in noi, fummo nuovamente spogliati delle tute e messi in linea in una stanza, dove ci attendeva una squadra di Pirati, i quali ci squadrarono velocemente, ci rivolsero qualche domanda e decisero per ognuno di noi un campo di impiego.

Il pirata che mi controllò, gettò prima un'occhiata alla mia tuta spaziale, mi guardò un poco, ed infime mi chiese cosa sapevo fare. Non risposi, poiché alla mia mente annebbiata, non importava un fico secco di nulla, e perchè non avevo ben capito cosa volesse da me. Gettò una seconda occhiata sospettosa verso la mia tuta spaziale, quindi mi chiese se sapevo usare un computer.
Un leggero movimento (probabilmente involontario) della mia testa basto come risposta, e dopo pochi minuti mi trovai in una grande stanza piena di postazioni telematiche, dove dei Mercenari insegnavano ad altri Mercenari (quello che ormai eravamo diventati) come usare un computer per hackerare possibili navi nemiche.

Fui fortunato, poiché mi affiancarono ad un giovane ragazzo terrestre, che sembrava un tipo a posto, e pareva capire già la situazione in cui mi trovavo, ed in pochi giorni stringemmo una calda amicizia. Si chiamava Johann Horseless, e la sua storia, quando me la raccontò, una sera prima di andare a dormire, mi commosse profondamente. Era nato sulla Terra, da una famiglia che possedeva dei grandi campi coltivati, e fin da piccolo si era rivelato bravissimo nel programmare i computer che gestivano le macchine per la semina, la raccolta e la cura dei campi. Giunto alla maggiore età, aveva deciso di lasciare la famiglia per tentare fortuna nello spazio, ed era stato assunto dalla ATF, incaricato dello sviluppo e della ricerca di nuovi sistemi di puntamento e d'armi.
Messi da parte i primi stipendi, aveva deciso di realizzare uno dei suoi più grandi sogni, fare un giro guidato per il Commonwealth. Imbarcatosi su un TP Argon a Cimitero degli Eretici, era partito per la sua vacanza, ma nell'attraversare Visione del Duca, un cluster Kha'aK aveva attaccato il TP e la sua scorta. Erano riusciti a salvarsi con un atterraggio di fortuna allo Spazioporto Commerciale, ma la nave non era in grado di continuare il viaggio, e così approfittando del periodo di sonno, il TP ed il suo equipaggio erano spariti abbandonandoli in pieno spazio Paranid.
Senza perdersi d'animo, Johann trovò ben presto, grazie alla sue capacità, un posto al centro di smistamento traffico dello Spazioporto Commerciale. Le sue abilità furono ben presto notate, e dopo pochi giorni, venne fatto salire sulla Odisseus di un ricco Paranid, che aveva un impero basato sui minerali, e che mirava alla scalata politica fino a giungere nelle grazie dello Xaar. Bogossit Parael Migankosset, questo era il nome del Paranid, rinchiuse per due anni Johann in una stanzetta della sua corazzata, col solo compito di migliorare, o progettare, sistemi informatici che permettessero alle navi Paranid di prendere il sopravvento sulle altre razze, con la promessa che a lavoro eseguito, gli sarebbe stata restituita la libertà. Per due lunghissimi anni Johann non era praticamente mai uscito da quella soffocante stanza, ed era stato costretto a lavorare con orari spaventosi, con brevi pause per cibarsi e brevi riposini. Tutti i sistemi da lui creati, spaventosamente innovativi, venivano offerti come dono allo Xaar in persona da Migankosset, che li spacciava per sue creazioni. Dopo due anni, il ragazzo, che ormai padroneggiava appieno ogni sistema di quella nave, riuscì a fuggire a bordo di un M5, mandando l'Odisseus a sfracellarsi contro un asteroide, visto che il timoniere non era più in grado di disinserire il pilota automatico.

Fuggito da quell'incubo, cercò di tornare verso i settori terrestri, ma riuscì a fare ben poca strada. Attaccato da una squadriglia di pirati a Pianeti Fortunati, venne fatto prigioniero e mandato al Centro di Riabilitazione come istruttore di informatica per i nuovi mercenari, ed eventualmente mercenario lui stesso, anche se il prezzo che il Centro chiedeva per lui era astronomico.
Qui si era trovato comunque in una situazione migliore rispetto a quella a cui era da poco fuggito, ma sognava sempre di riavere indietro la sua libertà e tornare sulla Terra.

Rimasi davvero colpito dal coraggio e dallo spirito di sacrificio di questo ragazzo, che di fronte ad avversità tanto forti non si era mai perso d'animo, e non si era mai arreso. Cominciai ben presto a fidarmi di lui, e gli raccontai la mia storia, come l'ho raccontata a voi fino ad adesso. Si mostrò molto sorpreso di sapere che fino a poco tempo prima ero un ricco e temuto combattente, visto che la mia tuta spaziale aveva le insegne della squadra di pulizia dello Spazioporto Commerciale di Argon Prime. Effettivamente, dal momento che avevo lasciato lo Spazioporto, non mi era mai venuto in mente di aggiornare le insegne della tuta, a cui ero affezionato, e che avevo sempre con me, anche sul Cerberus ed infine sul Deimos. Capii allora perchè il Pirata che mi aveva assegnato all'Informatica si era mostrato così poco interessato a me, ed anche gli Yaky. Se avessero saputo chi ero davvero, avrei dovuto aspettarmi ben altro tipo di trattamento, visto che ne avevo uccisi davvero tanti di loro.

Col passare dei giorni, ed aiutato dalla sincera amicizia di Johann, mi ripresi dallo stato di shock, e cominciai a pensare ad una maniera di andarmene dal Centro di Riabilitazione. Controllato nottetempo ed in gran segreto il datapad della mia tuta, ordinai a tutte le navi che mi erano rimaste, poco più di una manciata di caccia sparsi per l'universo, di attraccare al Centro.

Per giorni, ogni notte controllavo la posizione delle mie navi, e calcolavo il tempo che ci avrebbero messo per giungere a destinazione. Furtivamente lo dissi anche a Johann, offrendomi di aiutarlo a tornare sul suo pianeta natale. Fu entusiasta dell'idea, e mentre all'apparenza parlavamo di come programmare un sistema in grado di penetrare le difese informatiche dei caccia Argon, in realtà stavamo progettando la nostra fuga.

Sarebbe bastato entrare nei sistemi della stazione, cosa che Johann poteva fare in alcuni attimi, e far scattare l'allarme di decompressione. A tale allarme, era obbligatorio per ogni essere vivente della stazione andare in punti designati al centro della stessa, indossando le tute spaziali. A quel punto noi ci saremmo diretti indisturbati verso gli hangar, saremmo saliti a bordo di un paio di caccia e ce ne saremmo andati via verso la libertà.
Col passare dei giorni definimmo gli ultimi dettagli, quando la sera prima della fuga, mi giunse una tremenda notizia. Il mio datapad mostrava che solo una nave era riuscita ad arrivare a Rifugio di Mi Ton, e sarebbe attraccata nelle prossime ore al Centro di Riabilitazione: il mio vecchio e scassatissimo Buster, con all'interno circa 20 celle di energia, sufficienti per un balzo di pochi settori. A quel punto non ci restava che sperare che nel momento in cui avremmo fatto scattare l'allarme, ci fosse stata almeno un'altra nave attraccata alla stazione, da usare come fuga, visto che il mio Buster non aveva la possibilità di trasportare passeggeri.

Fu lo stesso Johann che mi disse di non preoccuparmi, e che sarebbe stato felice di sapermi libero anche se lui fosse rimasto intrappolato in quella specie di carcere sospeso nel nulla. La sincerità ed il profondo affetto che il mio compagno di prigionia mi mostrava, mi riempì il cuore di un'emozione che faccio fatica a descrivere, e promisi solennemente che se per pura sfortuna non fossi riuscito a portarlo con me, sarei tornato a prenderlo appena sicuro di riuscire nell'impresa.
Il ragazzo mostrò di credere sinceramente alla mia promessa, e, la mattina dopo, fu lui stesso a far scattare l'allarme, nel momento in cui i mercenari, dopo aver consumato la frugale colazione, si dirigevano nelle zone di addestramento e lavoro. Approfittando del caos, ci recammo precipitosamente verso gli hangar, solo per scoprire che la sfortuna ci aveva tirato un altro brutto scherzo, e solo il mio Buster era attraccato alla stazione.

Non avevo molto tempo da perdere, così ribadii a Johann il mio intento di tornare a liberarlo, balzai nell'abitacolo del Buster, e fuggii alla massima velocità permessa dalla mia vecchia nave, in direzione di Luce del Cuore, nella speranza di trovare l'aiuto dei miei fratelli Argon.

Alcuni caccia pirati si lanciarono ben presto all'inseguimento, ma con un jump, usando tutte le celle di energia che avevo, arrivai in pochi istanti al Portale Nord di Eredità di Rolk, passai velocemente il portale e mi diressi attraverso Montalaar con la massima fretta a Luce del Cuore. Entrato nel settore, mi resi conto che ero libero, e che ora avevo due missioni da compiere: liberare Johann dal Centro di Riabilitazione, e riconquistare il mio nome ed il mio impero.
Una mosca spaziale sbatte le ali a Cuore del regno, ed uno Zephirus muore a Collina di Aladna...

nansuchao
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Post by nansuchao » Sat, 10. Jul 10, 16:36

Capitolo 2 – Lynn

Era arrivato il momento di darsi da fare. Passato lo sconforto post sconfitta, e riguadagnata la libertà, ero tornato come nuovo, e non volevo perdere nemmeno un attimo per mettermi al lavoro.

Il problema più grande al momento era il “come”. Come fare a liberare Johann dal Centro di Riabilitazione? Avevo in tasca poche migliaia di crediti, con i quali non avrei potuto acquistarlo come Mercenario (cosa complicata, visto quello che avevo appena combinato a quei bastardi), e neppure organizzare una task force per assaltare la stazione e liberarlo con la forza, che consideravo l'opzione migliore. Volevo che il mio amico restasse in quell'inferno il meno possibile.

La fretta poteva farmi sragionare, quindi mi fermai in un punto fuori dalle rotte principali, e cominciai a pensare il da farsi.
Accumulare i crediti e le risorse necessarie ad assaltare la stazione tramite commercio sarebbe stato troppo lento, visto che la stiva di un Buster come il mio non aveva una grande capienza.
Farlo attraverso il combattimento, sarebbe stato forse più rapido e divertente, ma ancora più rischioso, visto che il mio Buster non aveva particolari capacità. Vero che lo avevo di molto potenziato da quando lo avevo preso, migliorandone al massimo le prestazioni e gli scudi, ed installando sul fuoco principale i Cannoni ad Accellerazione di Particelle. Avevo nella stiva una decina di missili Mosquito e nulla di più, e comunque il Buster era un M4 dal concetto ormai sorpassato, surclassato da altre navi della stessa categoria che però erano molto più potenti e resistenti.

Ero ancora immerso nei dubbi e nei pensieri, quando improvvisamente l'allarme di prossimità risuono forte nelle mie orecchie, avvisandomi che erano in avvicinamento due Discoverer ed un Falcon Pirati. Istintivamente attivai i banchi di armi, e mi diressi verso di loro, attaccando con decisione uno dei Discoverer, che venne distrutto in pochi secondi dai Cannoni ad Accellerazione di Particelle, poi mi dedicai al più ostico Falcon, che riuscì con pazienza a danneggiare , al punto che il pilota si ejettò dalla nave, sperando nella pietà. Distrutto rapidamente anche il secondo Discoverer, mandai a raggiungere i suoi compagni il pilota del Falcon che cercava di allontanarsi alla massima velocità concessagli dai propulsori della sua tuta spaziale.
Finita la battaglia, esaminai il Falcon, e mi resi conto che era troppo danneggiato per essere utile, visto anche che non avevo mai avuto molta simpatia per quella tipologia di caccia. Nella stiva non c'era moto di utile, giusto un po' di silicio.

Improvvisamente la parola silicio mi fece venire in mente un'idea che forse, forse, mi avrebbe molto aiutato nel raggiungere i miei obiettivi. A Luce Rossa, c'era un Argon che aveva raggiunto un relativo benessere nel commercio del silicio e dei relativi prodotti, e non poteva aver dimenticato che una parte del merito andava al sottoscritto, allorquando attraversava un momento difficile sul piano economico, e lo avevo aiutato vendendogli materie prime sottoprezzo.
Non era propriamente un mio amico, ma comunque ci legava una forte stima ed un grande rispetto.
Spesi poche centinaia di crediti allo Spazioporto Commerciale per rifornirmi di Celle di Energia, e mi incamminai verso Luce Rossa. Feci il viaggio senza Jumpdrive, poiché se neanche Jordison (il nome dell'uomo che avevo aiutato) avesse potuto fare nulla per me, mi sarei trovato ancora più nei guai, ed esitavo a sperperare le poche migliaia di crediti che mi rimanevano.

Il viaggio andò abbastanza bene, e si svolse in maniera abbastanza tranquilla, eccettuato un piccolo scontro con alcune Xenon N a Trattato di Olmancketslats, risolto senza problemi, ed un altro piccolo scontro con i Pirati a Leggenda di Fahrnam.
Giunsi infine allo Spazioporto Commerciale di Luce Rossa senza aver dovuto fare nemmeno un Jump. Attraccato alla stazione, mi diressi subito verso gli uffici della società di Jordison, e la fortuna mi arrise perchè lo stesso era sulla stazione e, saputa la mia storia, acconsentì immediatamente ad aiutarmi. Controllò e ricontrollò sul suo computer con aria assorta, ed infine mi comunicò che poteva girarmi “a fondo perduto” circa 5 milioni di crediti, ed un Boron Hydra che era attraccato al Cantiere Reale Boron di Cuore del Regno. Aveva ordinato personalmente la nave mesi prima, per utilizzarla per i suoi viaggi nei settori poco esplorati per trovare asteroidi interessanti da minare, e l'aveva fatta equipaggiare in maniera splendida, ma poco tempo dopo averla ordinata, trovò una fantastica offerta su uno Springblossom comprato da un riccone, che dopo esserci salito su una volta, aveva deciso che era troppo spartano per i suoi gusti, ed aveva comprato un Vidar.
Trovatosi benissimo sullo Springblossom, Jordison non era praticamente più andato dai Boron per ritirare l'Hydra, che quindi era ancora lì, inutilizzata. Era stata preparata per lui con il massimo degli scudi, Cannoni ad Amplificazione di Impusi sul fuoco principale, e Mitragliatrici a Dardi Energetici sulla torretta posteriore. Inoltre era stata fornita di tutti i software, super aggiornati, di Jumpdrive, nella stiva c'erano già 200 Celle di Energia, una cinquantina di droni da combattimento e dieci Missili Hammerhead.
Jordison passò sul mio ID la proprietà della nave, non mi rimaneva che andare a Cuore del Regno e prenderla. Salutai calorosamente l'uomo, che aveva mostrato estrema disponibilità nel ripagare il suo debito di riconoscenza con me, e promisi che lo avrei compensato per l'aiuto datomi, appena ne fossi stato in grado. Mi disse di non preoccuparmene, ed infine uscì dal suo ufficio col sorriso dell'uomo finalmente tornato a galla.
Ma mentre mi dirigevo verso gli hangar di attracco dei visitatori, mi si parò davanti una scena di quelle che mi fanno bollire il sangue.

Una donna bellissima, dai capelli neri come la notte, la carnagione scura, pelle liscia e vellutata, i lineamenti delicati e regali, abbigliata con un semplice vestito bianco di lino, abbastanza sporco, veniva spinta rudemente da due Split armati, che la stavano portando verso gli hangar.
E' sempre stato nella mia natura schierarmi dalla parte dei più deboli, ed inoltre non ho mai concepito la violenza sulle donne. Prima ancora di essermi reso conto di quello che stava accadendo, mi stavo dirigendo precipitosamente verso i due Split.
Giunsi in mezzo ai due come una tigre affamata, balzai sul primo colpendolo allo stomaco con una ginocchiata che gli fece perdere conoscenza per un bel po', e colpì il secondo con un sinistro destro degno degli antichi pugili della Terra. Il secondo Split fu colto meno di sorpresa, poiché riuscì ad assorbire in parte i miei pugni, e tentò di estrarre la pistola al plasma che portava al fianco, ma in quello stato di furia in cui mi trovavo, avrei potuto affrontare a mani nude un esercito di Split armati fino ai denti, ed una gomitata ben piazzata alla nuca, costrinse anche questo avversario a desistere, e tentare la fuga.

Mi girai quindi verso la donna, che giaceva a terra, dove era caduta spinta da uno dei due bruti. Quando il suo sguardo incrociò il mio, sentì un brivido attraversarmi il corpo. Non avevo mai visto una donna così bella. Con una voce che avrebbe fatto invidia agli angeli, questa mi chiese di aiutarla al più presto a fuggire dalla stazione, prima che arrivassero gli altri Split che sapeva presenti sulla stazione. Non persi tempo in domande, ma condussi la mia protetta velocemente verso gli hangar d'attracco. Le fornì una tuta spaziale, e la feci accomodare sul mio Buster, dicendole di aspettarmi al Cantiere Reale di Cuore del Regno. Partita la ragazza, contattai il servizio taxi e mi feci portare, a bordo di un Elite, al Cantiere Boron.

Quando giunsi nell'enorme stazione, la ragazza doveva essere da poco arrivata, poiché scese dal Buster solo nel momento che mi trovai davanti ad esso. Mi ringraziò calorosamente, ma a quel punto, oltre a volerla conoscere più approfonditamente, desideravo conoscere il motivo per cui gli Split ce l'avevano con lei. La invitai quindi sull'Hydra dove, davanti ad una bella Bistecca Cahoona ed una bottiglia di Space Fuel, seppi la sua storia.

Si chiamava Lynn Phoenix, ed era nientemeno che la figlia di uno dei capi della Otas. Qualche settimana prima un pezzo grosso degli Split era venuto al Quartiere Generale della Otas a Dimora del Mito, per trattare con suo padre l'acquisto di uno Sirokos. Lo Split l'aveva notata e si era subito innamorato di lei. Vistosi respinto, la carogna aveva assoldato dei Mercenari, che si erano introdotti furtivamente nel settore e nel QG, l'avevano rapita ed erano spariti senza lasciare tracce. Lo Split la aspettava allo Spazioporto Commerciale di Luce Rossa, ed aveva avuto l'idea di violentarla. Lei non appena lo stesso gli era avvicinata, l'aveva colpito sui genitali, gli aveva sputato addosso, ed aveva iniziato ad insultare lui e la sua razza nella maniera più colorita che gli fosse venuta in mente. Non appena aveva cominciato a bestemmiare le divinità Split, il bastardo aveva ordinato ai suoi uomini di portarla ad un Centro di Divertimenti, dove le sarebbe stata insegnata l'educazione. A quel punto, per fortuna, ero intervenuto io.

Scoprì subito di avere un debole per Lynn, ma avrei comunque aiutato una donna in difficoltà. Le promisi che l'avrei aiutata a tornare da suo padre, ed in men che non si dica, dato l'ennesimo addio al Buster (speravo davvero di non vederlo più ma non avevo il coraggio di venderlo, visto che mi aveva salvato la vita chissà quante volte), partimmo con l'Hydra, destinazione Dimora del Mito. Il viaggio si preannunciava lungo, e come per l'ultimo viaggio fatto con il Buster, volevo evitare di usare il Jumpdrive, se non fosse stato estremamente necessario.

Ci volle quasi una settimana, visto che volevo evitare qualsiasi problema, con un passeggero come Lynn a bordo, ma non ci annoiammo affatto, e la sera del terzo giorno, resomi conto che il mio cuore cantava una musica diversa ogni volta che Lynn mi guardava, la baciai, con un groppo in gola per paura di essere rifiutato. Non sono mai stato un vagheggino da salotto, e probabilmente le mie tattiche di seduzione non si erano mai sviluppate più di tanto, ma non avevo mai provato un sentimento tanto forte come quello nei confronti di Lynn in tutta la mia vita.
La ragazza ricambiò calorosamente il bacio, e mi confessò di essersi innamorata di me il primo momento che mi aveva visto, ma non aveva avuto il coraggio di farsi avanti per prima.

Inutile dire che il viaggio si trasformò ben presto in una specie di luna di miele. Passai giornate piacevolissime in compagnia di Lynn, che mi fecero quasi dimenticare tutte le avversità che mi erano accadute di recente.
Infine giungemmo a Dimora del Mito, ed attraccammo al QG Otas. Inutile raccontare le lacrime del padre di Lynn, che dopo aver perso la moglie per una grave malattia, temeva di aver misteriosamente perduto anche la figlia. Il padre di Lynn era un uomo tutto di un pezzo. Non appena riuscì a riaversi dalla commozione di aver ritrovato la sua unicogenita, Kyle (così si chiamava), non appena saputo come sua figlia era sparita, e come l'avevo aiutata a tornare a casa, mi ringrazò con le lacrime agli occhi, e mi chiese chi fossi. Raccontai a Kyle tutta la mia storia, ed alla fine questi mi promise tutto l'aiuto di cui avrei avuto bisogno, nelle possibilità della Otas, che anche se non passava un momento troppo felice, era comunque potentissima.

Gli dissi che dovevo liberare Johann dal Centro di Riabilitazione di Rifugio di Mi Ton. Kyle promise il suo aiuto, ma disse che non avrebbe fatto nulla se prima non mi fossi rifocillato come si deve, ed aver passato una buona notte di sonno. Effettivamente, eccettuate le ore piacevoli trascorse con Lynn, negli ultimi tempi, a causa della prigionia e tutte le altre sventure, avevo perso molto peso, e non avevo un aspetto molto sano.
Venni alloggiato in una spledida camera da letto con vista sul Portale di Dimora del Mito, dopo una splendida cena in cui, pur essendo un appassionato gastronomo, non ero riuscito a mangiare tutto quello che Kyle aveva fatto portare a tavola.

Dopo una notte di sonno, mi svegliai rilassato come non mi sentivo da anni. A colazione, Kyle e Lynn cominciarono a fare piani per liberare Johann, ed insieme tirammo giù la strategia da adottare. Kyle mi avrebbe fornito una squadriglia di 6 M3+ Venti Otas, capeggiati dal terribile Boreas, comandato da Kyle in persona, che mi avrebbero scortato fino a Rifugio di Mi Ton, dove avrebbero ingaggiato battaglia con chiunque si fosse piazzato sulla loro strada mentre io avrei assaltato il centro di Riabilitazione con l'Hydra, con 5 Marines super addestrati pronti nella stiva. Ci vollero alcuni giorni per radunare gli uomini, spiegare a tutti la missione e preparare navi ed equipaggiamenti.

Finalmente, partimmo dal QG Otas forti di 1 Boreas, 6 Venti, 3 Eclipse aggiunte all'ultimo momento dal capo del Cantiere Argon di Dimora del Mito, che voleva dimostrare la sua amicizia a Kyle e sua figlia, ed in testa la mia Hydra, con la quale mi sentivo già perfettamente a mio agio. Il mio unico rammarico, era che Lynn era rimasta al QG. Kyle aveva intuito immediatamente i sentimenti che provavamo l'uno per l'altra, e ben lungi dall'essere contrario, voleva essere sicuro che sua figlia non corresse alcun rischio.

Partiti dall'enorme stazione, facemmo in un unico Jump il viaggio da Dimora del Mito a Rifugio di Mi Ton. Entrati dal Portale Nord del settore, cominciammo subito a dirigerci in formazione verso il Centro di Riabilitazione, situato a sud ovest. La sorpresa, o forse la fortuna, sembravano finalmente dalla nostra parte, visto che nel settore non c'era che una manciata di caccia nemici. Le Venti ingaggiarono subito battaglia, ma era chiaro a tutti che l'esito era scontato. Le nostre M3+ erano ottimamente equipaggiate e condotte da piloti coraggiosi ed esperti, e le navi nemiche furono rapidamente cancellate dai nostri radar, nonostante avessero tentato in ogni maniera di farsi valere.

Comparvero improvvisamente dal Portale Sud una Carrack Pirata, scortata da una squadriglia di 5 caccia, che puntarono decisamente verso di noi. Fu una sorpresa, ma l'esito dello scontro, doveva essere ancora una volta dalla nostra, quando, mentre stavamo per ingaggiare battaglia con la Carrack, dal Portale Nord, alle nostre spalle comparvero tre Corvette Pirata, con il consueto manipolo di caccia. La situazione cominciava a farsi spinosa. Attaccati da due parti, rischiavamo di rompere la strategia e subire perdite anche elevate. Kyle via radio mi suggerì di lasciare la formazione ed andare direttamente ad attaccare la stazione, le Eclipse mi avrebbero scortato e supportato, mentre lui con la Boreas e le Venti avrebbero tenuto a bada le forze nemiche.

Acconsentì rapidamente, poiché era sicuramente la migliore soluzione. Più velocemente liberavo Johann, prima avremmo abbandonato la battagli, con meno perdite possibili. Mi lanciai perciò alla massima velocità verso il Centro di Riabilitazione, che distava poco più di dieci chilometri, subito seguito dalle tre Eclipse, che si schierarono ai miei fianchi ed alle mie spalle per proteggermi. Raramente scelta fu più giusta, poiché quasi subito una squadriglia di caccia si lanciò al nostro inseguimento, ma furono subito preda delle Eclipse, che ebbero facilmente la meglio. Giunsi infine nei pressi della stazione, controlla di non avere navi nemiche a tiro, e feci partire tre missili Hammerhead, che praticamente divorarono gli scudi nemici. Continuai a fare fuoco con i banchi principali, e quando vidi che cominciavo a fare danni alla stazione, ordinai ai Marines di entrare nella stessa. Io stesso entrai nella mia tuta e mi lanciai all'attacco, ordinando alle Eclipse di continuare ad attaccare la stazione e proteggere l'Hydra.

Insieme ai Marines, entrammo dagli hangar d'attracco nel condannato Centro di Riabilitazione, aggiungendo il panico del nostro assalto al terrore che già percorreva i corpi e le menti dei farabutti che gestivano quel luogo. Un manipolo di guardie tentò una inutile resistenza, ma furono rapidamente falciati dalle nostre bocche da fuoco. Le altre, si diedero rapidamente alla fuga, rifugiandosi dove potevano, o tentando la fuga in ogni nave disponibile. Corsi rapidamente nelle aree di addestramento, in cui non riconobbi praticamente nessuno, e poi mi diressi verso l'alloggio di Johann.
Non so spiegare il perchè, ma una strana sensazione di futilità cominciava ad essere presente nella mia mente. Giunto davanti alla porta chiusa dell'alloggio del mio amico, quasi tentennai un momento prima di aprirla.

La stanza era deserta. Non era rimasto neanche un oggetto di quelli appartenuti a Johann, e già un sottile velo di polvere cominciava a ricoprire i mobili.
Le braccia mi caddero lungo i fianchi, mentre un velo di tristezza mi riempiva il cuore. Ci volle tutta la mia forza di volontà per ordinare ai Marines di rientrare nell'Hydra e per farlo io stesso. Ripresi i comandi della Corvetta, chiamai Kyle e ordinai la ritirata.

Saltammo a Dimora del Mito, e attraccammo al QG in un silenzio quasi assordante. Militarmente avevamo vinto la battaglia, avevamo inferto gravi danni alle forze Pirata, perdendo solo una Venti, e con danni leggerissimi in qualche altro caso, ma ognuno di noi sapeva che l'obiettivo della battaglia non era stato raggiunto.
Scesi tristemente dalla mia nave, per ritrovarmi subito tra le braccia di Lynn, che aveva seguito tutto sui computer del QG, che erano interfacciati con quelli del Boreas. Non aveva parole per confortarmi, ma sapeva che la sua sola presenza, era già per me una fonte di conforto.
Mi condusse nell'ufficio di Kyle, e dopo poco egli arrivò, con una espressione che non era molto migliore della mia. Restammo in silenzio per parecchio tempo, senza neanche riuscire a guardarci negli occhi. Infine Kyle chiamò i Marines che erano entrati con me nella stazione, e chiese se avevano fatto copia dei computer di bordo. Ricevuta risposta positiva, ordinò che le copie fossero immediatamente passate al Reparto Informatico, e che fossero setacciate il più profondamente possibile, per scoprire se vi fosse traccia di Johann.

Ringraziai Kyle e mi diressi verso il mio alloggio, sperando che un po' di riposo mi potesse alzare il morale. Lynn mi accompagnò, e dopo essersi assicurata che ero a mio agio nel morbido letto che mi aveva preparato lei stessa, mi fece promettere solennemente che non mi sarei dato per vinto, prima di lasciarmi a riposare, con un dolce e lungo bacio.

Mi svegliai molte ore dopo, più o meno all'orario della colazione, con animo discretamente rinfrancato. Nel dormiveglia in cui avevo vagato per molto tempo, avevo pensato che il fatto che non ci fossero oggetti di Johann, poteva significare non che lo stesso fosse stato ucciso, ma che magari era stato portato altrove.
A colazione mi aspettava un Kyle sorridente, con vicino una Lynn ancora più raggiante. Il Reparto Informatico era stato a lavorare sulle copie dei computer del Centro di Riabilitazione fino a tarda notte, e facendo vari incroci di dati, aveva concluso che probabilmente Johann era stato portato nel Settore Sconosciuto a sud di Verbo del Paradiso, altresì noto come Rada del Duca, nel QG di Quelli de il Duca.

Sapere che molto probabilmente il mio amico era ancora vivo, non poteva che rendermi felice, nonostante mi rendessi conto della difficoltà di portarlo vivo fuori da quel settore, che era protetto più e meglio di Rifugio di Mi Ton. Una battaglia come quella che era avvenuta il giorno prima vicino al Centro di Riabilitazione, avrebbe assunto proporzioni ciclopiche in Rada del Duca. Sarebbero servite probabilmente il doppio delle navi, e l'esito sarebbe rimasto comunque molto incerto. Kyle mi disse chiaramente che sarebbe stato preferibile evitare lo scontro frontale con le forze nemiche, e cominciammo ad arrovellarci su come entrare in quel settore così fortemente presidiato, ed estrarre una singola persona da un QG come quello.

Pensai a diverse soluzioni per tutta la mattina, poi mi venne in mente un'idea, sicuramente rischiosa, ma che mi sembrava la più fattibile. La esposi a Kyle, sotto lo sguardo stupito suo e di Lynn. Il concetto era semplice, visto che il settore era troppo fortemente controllato, da navi grandi e potenti, prontissime a scagliarsi contro possibili incursioni di navi altrettanto grandi e potenti, magari avremmo potuto coglierli di sorpresa entrando nel settore con un grande numero di velocissime M5, che si sarebbero lanciate verso Quelli de il Duca senza dare battaglia ad alcuno, avrebbero assaltato la stazione, estratto Johann e tornate indietro nel più breve tempo possibile. La difficoltà del piano stava nel fatto che le M5 erano fragili e poco distruttive nell'attacco quanto veloci. Bisognava puntare tutto sulla rapidità dell'azione, sperando di cogliere impreparate le forze nemiche.

Kyle inizialmente considerò la mia idea alquanto bislacca, e forse anche un po' folle, poi Lynn ebbe un'idea geniale, che avrebbe di molto aumentato le nostre probabilità di riuscita. Insieme alle M5, sarebbero entrate nel settore una Aquilo ben rifornita di missili Flail, e come ulteriore risorsa un Mistral Super Cargo con l'enorme stiva piena di Dorni da Combattimento. Con i missili ed i droni, le forze nemiche avrebbero avuto troppo da fare a difendersi dalle mille punturine d'ape che avevamo in serbo per loro, da preoccuparsi per dei piccoli M5 che attraversavano velocemente il settore.

Ci volle un'altra lunga settimana per organizzare il tutto, ma la missione stavolta si svolse così bene e così rapidamente, che ancora prima che le forze nemiche si rendessero conto di essere attaccate, si trovarono bersaglio di un nugolo enorme di Missili Flail e di droni da combattimento. Noi, a bordo di una decina di M5, raggiungemmo indisturbati il QG, entrammo con le tute spaziali davanti agli sguardi sorpresi delle guardie nemiche, rintracciammo con i computer la posizione di Johann nella stazione, e lo portammo fuori di lì direttamente su una M5 con il Jumpdrive impostato in automatico su Dimora del Mito.

Tornammo alla base accompagnati dai canti, le risate e le esclamazioni entusiaste che accompagnano una vittoria della razza umana fin dalla notte dei tempi.
Johann piangeva come un bambino, e nel rivedermi, non potè trattenersi da gettarmi le braccia al collo, mentre gli altri uomini ci battevano pacche sulle spalle e ci facevano congratulazioni e complimenti per la brillante strategia e l'ottimo risultato. Non appena Johann ed io ci fummo ripresi dalla commozione, andammo a cercare Kyle e Lynn, che ci aspettavano davanti ad una tavola imbandita come poche ne avevo viste in vita mia. Accolsero Johann come facesse parte della famiglia, e lui si sentì subito a suo agio con loro, come se si conoscessero da sempre.

Intanto io, leggermente scemata l'euforia e la felicità dell'agognato salvataggio, mi rendevo conto di aver guadagnato metà del premio.
Ora avevo una donna che amavo e che mi ricambiava e un paio di amici che sarebbero morti per me come io per loro, non mi restava che la parte più difficile: regolare un certo conticino con quella sottospecie di insetti chiamati Kha'aK.
Giurai dentro di me che il prossimo incontro che avrei avuto con quella razza, sarebbe stato narrato per secoli come un esempio di carneficina.
Una mosca spaziale sbatte le ali a Cuore del regno, ed uno Zephirus muore a Collina di Aladna...

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