[TC] [O/T] Un insolito tazura...

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Pitagora
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[TC] [O/T] Un insolito tazura...

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Fotostoria di un insolito Tazura

by Pitagora


PROLOGO - Un imprenditore annoiato.

Il diario di bordo segnava i soliti numeri senza senso, avrei potuto giurare che quello sarebbe stato un Tazura come un altro... Non potevo avere più torto.

L'economia della mia società era in florido sviluppo, certo, sto seguendo le richieste di quel pazzo boron che vuole riparare l'HUB che abbiamo ritrovato insieme, me lo posso permettere, ma per il resto c'è molto, troppo, alle mie spalle, la sensazione di essere "arrivato" e la conseguente noia del ricco poco indaffarato sembrano sempre più vicine.

Ma oggi... Oggi no... Forse per voler esorcizzare quella palpabile ed imminente noia, forse per dare un calcio alla scrivania e vedere se sono ancora quell'argon squattrinato ed avventuroso che ha iniziato la sua avventura su un M5 disarmato, forse per entrambi i motivi, ho deciso di prendere la mia nave più fidata e veloce e sfidare la sorte, per vedere se sono ancora capace di sentire l'adrenalina pomparmi nelle vene.

Ho deciso... dopo aver dato un paio di istruzioni ai miei trader, dopo aver sistemato i conti delle mie stazioni, ho inventato una scusa con i miei collaboratori, ho preso il vecchio springblossom, non ho fatto trapelare nulla a chi mi lavora accanto ogni singolo stazura, e mi sono gettato a capofitto in quella che altri considererebbero una follia sucida. Il silenzio è stato duro da mantenere, ma doveroso, avrei trovato sicuramente qualcuno che mi avrebbe dissuaso, ma la mia crescente eccitazione, fortunatamente, me lo ha impedito.

CAPITOLO 1 - Ignaro

Niente biglietti, niente messaggi, niente "fate questo se non dovessi tornare", mollo il griffon a Getsu Fune nella prima officina che trovo, e richiamo lo springblossom, oggi si corre.

Quando varco il portale, la luce rossastra del settore ostile sembra volermi avvisare del pericolo, ma è quello che cerco... Non mi spavento per così poco... Non oggi... Comincio ad esplorare...

Una calma irreale per un settore ostile, esploro a vista perchè i miei sensori sono disturbati dal pulviscolo spaziale... Nulla. Che sia un segnale del destino? Che siano le forze dell'universo che mi comunicano quanto sia folle questa mia scelta, dandomi la possibilità di tornare sui miei passi?

Quando ormai già sentivo nelle orecchi le ramanzine che i miei fidati amici e collaboratori mi avrebbero propinato al rientro, ecco che entro in un cono d'ombra imprevisto... Un asteroide? O comunque un oggetto molto grande alla deriva nello spazio, deve aver impedito alla luce rossastra di questa stella di raggiungermi per qualche istante... Eccola... l'adrenalina, la riconosco!

Viro immediatamente, ma sono terribilmente abbacinato dalla stella, non riesco a distinguere cosa possa creare un'ombra così grande in questo vuoto assoluto. Attivo i polaroidi del mio cockpit e comincio a scrutare la corona di luce con il sistema di potenziamento video.

Non è un asteroide! Le forme geometriche non mentono! E' qualcosa di costruito, di artificiale. Per un solo sezura mi sono sentito come la prima volta che ho visto una base terran, sono un argon, temo i terran e la loro teconologia, ma non posso non rimanerne affascinato. Le sensazioni contrastanti sono le stesse, l'istinto di conservazione che mi ritrae, l'adrenalina che pompa e la voglia di sapere che spinge... Oggi non è il giusto tazura per dar ascolto agli istinti conservativi... Motore al massimo! Mi avvicino! Devo sapere!

In cuor mio lo sapevo, il terrore ed il fascino del ritrovamento mi mescolano il sangue, è come un bicchiere di space fuel, ma senza la nausea del giorno dopo... E' proprio una Stazione XENON!

CAPITOLO 2 - Chissà se riuscirò mai a raccontare questa storia...

Controllo di nuovo i sensori, va bene la voglia di avventura, ma morire prima di rendermi conto di quello che succede è troppo anche per me, anche in questo assurdo tazura...
Nulla. Non saprò mai se è colpa del pulviscolo, se è fortuna o se nemmeno riesco a comprendere delle semplici immagini sul gravidar con tutta questa eccitazione, ma non rilevo nulla... tranne questa enorme struttura.
Riconosco le forme, ne ho viste di queste costruzioni, ma mai così da vicino, ci sono parti in movimento, grosse sezioni del costrutto che ruotano minacciosamente...

Non ho scelta, mi avvicino.

Non riesco a riconoscere un portello d'attracco, in condizioni di lucidità superiore avrei sorvolato meglio il luogo prima i prendere una decisione, ma è più forte di me... decido di atterrare nell'unica zona abbastanza piana da accogliere la mia nave: il centro del rotore.

Metallo contro metallo, sebbene la mia nave sia stata costruita, o almeno ideata, da entità organiche e questa struttura sia invece il frutto di menti e braccia meccaniche, il suono dei due metalli a contatto è sempre familiare, è sempre lo stesso, quello che sento ogni singolo tazura della mia vita, in ogni singola stazione, che sia split, terran o paranid il suono della materia è sempre lo stesso... Dovrebbe rassicurarmi e invece questo suono consueto mi mette una strana inquietudine addosso.

Non vedo nulla, nessun accesso, nessun boccaporto... Devo controllare di persona.

La polvere ricopre in abbondanza i maniglioni del ripostiglio tute, quanto tempo era che non uscivo nello spazio? Quanto tempo è passato da quando catturavo i relitti di navi abbandonate (per fortuna o per mia "insistente" ed armata richiesta)? Troppo! Mi si stampa uno strano sorriso nel volto mentre mi vesto per l'appuntamento con vuoto siderale, non ho ancora capito se è un esorcismo della mia paura o la vera soddisfazione di tornare a fare davvero "qualcosa".

Ci metto pochi istanti, le membra ricordano bene i movimenti necessari per mettersi "in ghingeri" con la passeggiata spaziale. Non controllo nemmeno con cura la pressurizzazione e ho già aperto il portellone...
Scendo!

TLAK!, gli stivali magnetici fanno presa sullo scafo della stazione. Sono a contatto con l'ignoto. Era questo che volevo? A giudicare dal sorriso involontario e dalle mani tremanti... Direi di si.

CAPITOLO 3 - Dall'euforia alla delusione

Mi guardo intorno, continuo a non vedere accessi, alzo spesso la testa per controllare che non arrivino ospiti indesiderati, lo spazio è silenzioso e buio, le AGI lo hanno imparato per bene e sanno come colpire dal nulla...

Il materiale è uniforme, non ci sono giunzioni degne di questo nome, le superfici sono innaturalmente riflettenti a dispetto del copioso pulviscolo che invade questo angolo di universo. Mi avvicino il più possibile alle paratie rotanti del rotore senza vedere il minimo spiraglio.. Ci vorrebbe Dal Brano... Quel maledetto mercenario terran veterano, saprebbe come aprire questa "scatoletta", come le chiama lui, e vorrei vedere! Con tutto quello che mi è costato in addestramenti e scialuppe!
Si ma cosa sto facendo? Sto pensando come l'imprenditore annoiato che avevo paura di diventare? Oggi no, oggi sono un pioniere, un esploratore... Un avventuriero... Lo sono di nuovo!

Dopo 5 mizura comincio a sentire il gelo della rassegnazione, non trovo un ingresso, anzi, comincio a pensare anche alla follia che mi ha portato qui, alla follia che mi fa cercare un ingresso in una stazione AGI, per quanto possa sembrare abbandonata, sto forse sputando in faccia alla mia buona sorte? Sono sicuro di voler insistere in questa "crisi di mezza età" spaziale?

No, con la morte nel cuore, ma con il cervello nel cranio, capisco che sto sfidando troppo la fortuna... Un colpo di jetpack e sono di nuovo al portello della mia nave. Un ultimo sguardo dall'alto non cambia quello che ho potuto constatare anche da vicino: non c'è ingresso per gli umani in queste costruzioni.

Non so bene perchè non mi svesto, metto il sedile in modalità tuta, mi assicuro e accendo i motori. Il disagio mi assale.
Delusione, il brivido che cala e lascia il posto al pensiero raziocinante, il ghigno beffardo che sparisce dal volto...
Sono in fase di distacco e il malessere aumenta, possibile che sia tutto qui, che mi basti questo fallimento per sentirmi vivo?

Mi stavo già allontanando quando di nuovo l'ombra della stazione mi oscura il cockpit. E come se per la seconda volta scattasse l'interruttore delle mie secrezioni endocrine. Ma dove sto andando? Rischio la vita e non ottengo nulla?

Inverto la rotta!

CAPITOLO 4 - Oggi si fa la storia!

Non posso credere di non aver trovato un accesso, devo cercare meglio, si fottano le AGI! Da qualche parte dovranno entrare le loro navi, e anche se il pensiero mi spaventava di più... Da qualche parte dovranno uscire!

Sorvolo a poca distanza non so bene neanche io cosa sto cercando, forse le rotazioni della struttura mi hanno nascosto il vero attracco, forse ero troppo euforico per usare il mio arrugginito cervello con criterio... Devo essere più accurato nella mia esplorazione!

Un momento! Cos'è quella sporgenza? Non la avevo notata prima! Non ci credo! Somiglia ad un punto di attracco standard da spazioporto commerciale! Possibile che sia stato così avventato da non averlo notato? Non so se picchiarmi per la mia leggerezza o congratularmi per la mia perseveranza, non importa... Questo è nulla in confronto alle imprecazioni che sta facendo il mio istinto di conservazione.

Comincio la manovra e sono già allineato... Non c'è dubbio è un attracco per caccia standard! Dovevo pensarci prima, siamo noi che abbiamo inventato le AGI... Anzi sono "loro", i signori "facciamo le stazioni enormi e circondiamo il nostro pianeta con un anello impenetrabile", era impensabile che non ci fossero segni di imprinting anche tra questi organismi artificiali.

Forse sono solo un romanticone, forse l'efficienza delle forme e delle strutture non poteva essere migliorata ulteriormente, ma adesso sono davanti a qualcosa di stranamente familiare, immerso in un immenso artefatto che di familiare non ha nemmeno le origini...

Per un attimo mi pento di non essere salito in groppa al mio "venti" per fare questo viaggio... Ma un'occhiata allo status degli scudi mi ricorda quanto è stato facile scegliere tra 600MJ e 100MJ di "copertina"... Fa freddo nello spazio...

Certo non posso attraccare con questo bestione, ma di sicuro c'è spazio per un atterraggio in rampa, l'occhio per le misure e le distanze non mi è mai mancato. Non faccio in tempo a pensarlo ed eccomi di nuovo a contatto con la costruzione.

Questa volta la tuta è già pronta, in cuor mio sapevo che non poteva finire così questa mia pazzia. Abbasso la testa per sbrigarmi ad uscire dal portello ancora in movimento, e con un colpo di jetpack sono alle griglie d'ingresso. Il cuore scoppia... il monitor dei segni vitali sembra impazzito, non vorrei fossero gli ultimi bip prima del suono fisso e continuo, ma non ho tempo di pensare a questo, sono assalito da mille sensazioni.

L'interno è incredibilmente simile a tutti i rail di attracco degli spazioporti. Tutto sembra perfettamente in funzione, energizzato... Mancava solo il solito fermento di tute in movimento intorno alle navi attraccate...

Navi attraccate... un altro illustre assente di questa stazione. Non riesco a capire il perchè di questa ostinata assenza degli "abitanti" naturali, per quanto "naturali" possa sembrare una parola poco adatta, non si spiega comunque l'assoluta mancanza di resistenza alle mie esplorazioni, automatica o senziente che sia.

Cerco di raggiungere un miglior punto d'osservazione ma il paesaggio non mi regala nuove emozioni. Non sono sicuro se esserne felice per la mia pellaccia o incupirmi per la carenza di pericoli. Decido di scegliere la prima opzione, si, il cervello è decisamente tornato in funzione, ma non abbastanza da non consentirmi ancora qualche mizura di esplorazioni.

Tanto è li... Il mio springblossom mi controlla dalle griglie. Un compagno di grandi avventure e di velocissime fughe... Non posso non fidarmi di lui.

Seguo i corridoi standard di accesso ai dock per completare la mia esplorazione, e anche se non comprendo il motivo di una riproduzione così federe degli attracchi "umani", il senso di familiarità mi accompagna verso la mia nave.

Non cerco ingressi al cuore della stazione, calata l'adrenalina, l'abitudine a calcolare i rischi torna ad affacciarsi nei miei pensieri, ed è in vena di totali finali, non di calcolo in corso... Ma sono sereno, ho una storia da raccontare, non mi preoccupo nemmeno di essere creduto, il mix di sostanze ed secrezioni surrenali che ho avuto nel sangue in questa mezza stazura, mi sono sufficienti. C'è una fida compagna che mi aspetta qui fuori...

EPILOGO - Partire è un po' morire? Direi di no!

Dopo il secondo atterraggio (ma posso chiamarlo così?) ho sentito vibrare il solito pannello teladanium sopra all'abitacolo, l'ho riparato così tante volte che ormai dovrei decidermi a sostituirlo completamente. Lancio uno sguardo veloce al vuoto e, quasi deluso nel constatare di essere ancora solo in questo angolo di universo, vado a controllarlo.

E' tutto ok, appena torno a Cieli Distorti lo faccio sistemare da Molo Na... E' un boron, ma è decisamente affidabile... e sa fare il suo lavoro. Merce rara nell'universo.

E' ora di rientrare, non so se cedere al senso di sollievo nel vedermi ancora tutto di un pezzo o dispiacermi per la una partenza tutto sommato affrettata. Nell'abitacolo mentre faccio questi pensieri mi sto togliendo la tuta. Il mio corpo ha risposto per me, come un padre buono che aiuta il figliolo a togliersi di dosso i vestiti macchiati di nostropo, inzaccherati all'inverosimile da un giro nella stiva del trasporto che gli aveva proibito.

Sulla verticale del decollo, torna il ghigno di soddisfazione. Ho una storia, ho la pellaccia al suo posto e soprattutto non sono un ricco imprenditore annoiato, non ancora. Avevo bisogno di questo, avevo bisogno di sapere che li fuori c'è ancora avventura per Pitagora. Un anonimo argon che ha creato un impero grazie al suo temperamento e alla voglia di sfidare l'universo! Non certo grazie solo alla sua capacità di far di conto...

Far di conto... Chissà se i TS a Memoriale di antigone sono pieni a questo punto... Mentre la testa è già dentro alle colonne del mio foglio elettronico, ecco di nuovo l'ombra della stazione che oscura la mia nave... Non posso non scoppiare in una fortissima e liberatoria risata... Mentre mi allontano da questo luogo misterioso, pericoloso ed attraente... Come una donna Yaki.

Oggi è stato un gran giorno... Domani... E' un altro Tazura...
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DannyDSC
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Post by DannyDSC »

gran racconto...ma... [OT : I Nostri Racconti] c'è già un topic apposito. Siccome non sono ancora allenato per il merge, fai un copia ed incolla del testo li così questo lo chiudo evitando doppioni ok? :)
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Pitagora
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Post by Pitagora »

Volevo un po' di feedback prima... Su quel post ci sono racconti bellissimi e a puntate, se ho scritto una porcheria è meglio evitare di renderlo rintracciabile. :lol:
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DannyDSC
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Post by DannyDSC »

Pitagora wrote:Volevo un po' di feedback prima... Su quel post ci sono racconti bellissimi e a puntate, se ho scritto una porcheria è meglio evitare di renderlo rintracciabile. :lol:
ma ci mancherebbe hai visto la quantità di roba? vai tranquillo tanto statisticamente gli utenti danno un'occhiata ai post dove vedono più risposte quindi hai moooolta più possibilità di ricevere consigli ed impressioni li. Sposta pure al resto penso io
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Pitagora
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Post by Pitagora »

Eh ma come funziona per il feedback? Li sono vietati i commenti... (io intanto ce lo copio)
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Black@Hawk
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Post by Black@Hawk »

Scusa Danny, ma posto solo un link per Pitagora, che non sembra molto attento ai topic in evidenza. :roll:

@Pitagora:

Guarda qui.

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